La Procura di Brescia ha chiesto l’archiviazione per il sindaco Adriano Paroli e per tutti gli assessori che hanno utilizzato la carta di credito comunale per pranzi e cene (l’intera giunta tranne Massimo Bianchini. Un successo per la giunta Paroli, che potrebbe così scongiurare il rischio di un pesante rinvio a giudizio con l’accusa di peculato. Ora a decidere sarà il giudice per le indagini preliminari, ma difficilmente il magistrato potrà decidere in maniera diversa. E se il caso si chiudesse così è facile immaginare che subito dopo partirà la controffensiva del centrodestra: dal punto di vista politico, ma – è facile immaginarlo – anche sul versante legale.
Sulla vicenda la Corte dei conti aveva stabilito che, sull’utilizzo complessivo di 49 mila euro, mancherebbero adeguate giustificazioni per 43 mila euro. Un atto a cui il sindaco Paroli aveva risposto rimborsando lui l’intera cifra. La questione aperta dai giudici tributari lombardi si era così già chiusa.
ECCO LE CIFRE DA RIMBORSARE SECONDO LA CORTE DEI CONTI:
Nicola Orto 9.553 euro, Giorgio Maione 9.177, Adriano Paroli 6.463, Paola Vilardi di 5.184, Andrea Arcai 4.242, Mario Labolani 2.702, Maurizio Margaroli 1.492, Fausto Di Mezza di 1.980, Fabio Rolfi 1.941, Claudia Taurisano 620.
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