L’ “eretico-papista” Bragaglio e l’ipotesi dei socialisti col centrodestra

Egregio Direttore, Dionigi Guindani ha svolto in una “lettera” alcune considerazioni sostenendo – penso fondatamente – che “la Castelletti non è sola”. La polemica è rivolta al giudizio tranchant con cui l’on. Beccalossi ha accompagnato il suo veto posto all’ingresso in Giunta della Castelletti che “rappresenta solo se stessa e nulla più”.

L’amico Guindani svolge ulteriori riflessioni che meritano attenzione, anche perchè stabiliscono un convincente punto di chiarezza.

Ma in primo luogo mi corre l’obbligo d’una precisazione. Da 18 mesi sono sospeso non dal PD, com’egli sostiene, ma solo dal Gruppo Consiliare, e per complicate vicende di A2A. Vicende che si sono poi dipanate – anche con la recente sentenza della Consob che ha multato il Comune – evidenziando un quadro molto critico di A2A, come peraltro ho sempre rilevato. Una diffusa preoccupazione, quella per A2A, su cui è intervenuto pesantemente contro la classe di governo locale – e in modo condivisibile – anche il dott. Dallera, presidente dell’AIB.

Per quanto riguarda il PD, faccio parte della Direzione regionale, sostengo apertamente i segretari regionale e provinciale, Martina e Bisinella. In particolare, poi, non mi sono mai sentito così in sintonia con Bersani per la sua decisa correzione di linea su vari punti: alleanze con il centro, diverso ruolo delle primarie, centralità dello sviluppo e del lavoro, superamento del bipartitismo e delle illusioni maggioritarie, unità di tutte le opposizioni non “contro”, ma per andare “oltre Berlusconi”. Ma anche: contro i “rottamatori” alla Renzi e l’antipolitica di chi vuole un “PD solo” e pure vincente.

Taluni mi considerano nel PD bresciano un frate “eretico”, con testarde convinzioni, ma nel gran convento del PD mi sento, dal congresso in poi – ben più di altri e con una certa qual ironica soddisfazione – nientemeno che in piena sintonia col papa!

Ma ritorniamo alla questione. Sull’ingresso in Giunta della Castelletti, Guindani parla d’una “fantomatica voce”. E’ anche la mia opinione. “Fantomatica”, ma da sempre, in quanto vicenda che non s’è mai davvero aperta. Al di là delle velleitarie aspirazioni giardiniere d’un Paroli nel voler coltivare fior di serra presto appassiti in Loggia, al primo spiffero di freddo.

I suoi tentativi, pure immaginati, d’una apertura verso i socialisti, avrebbero avuto bisogno d’un disegno politico e d’una autorevolezza che Paroli non ha mai posseduto. Ho sempre pensato che le sue varie aperture – anche verso il PD su A2A – erano già dall’inizio furbe, ma inconsistenti.

In passaggi cruciali le sue scelte sono state quelle della Lega: vero dominus della Loggia. Il segno che avrebbe potuto rappresentare una seria apertura – e non già un espediente di palazzo – era la riconferma di Fermi a Brescia Mobilità, per il Metrò. Per impegno amministrativo e merito professionale, se non per riconoscimento di un’area politica significativa di questa città.

Tutte le altre strade – compreso il patto generazionale tra i quattro “amici”, candidati sindaci – hanno riempito il passatempo di alcune cronache. Nulla più.

I fatti nazionali danno un’idea precisa del duro scontro politico in atto. Non meno che i fatti in Loggia. Altro che il venir meno delle differenze tra PD e PDL. E’ vero il contrario. Ed è in atto uno scontro per il riposizionamento bipolare che brucia le parole – come i silenzi – in favore della tesi sulle “opposte equidistanze”.

Le stesse operazioni civiche – che rappresentano il plusvalore necessario, a mio parere, della parte di città che non si sente rappresentata dai partiti – non potrà chiamarsi fuori da questo scontro. Un civismo che si proponesse d’essere non già “fuori” dai partiti, ma “contro” i partiti, non andrebbe oltre il risultato di Francesco Onofri.

Prima del 2013 v’è l’incognita delle elezioni politiche. A nulla vale oggi la rigidità degli schemi.

Ma già fin d’ora nel centro sinistra va costruito un work in progress, un campo di forze sociali e con soggetti politici e civici, ma il cui equilibrio oggi non è pre-definibile. Anche per questo è privo di senso rivendicare primazie preventive sul candidato sindaco. Ma una cosa è certa, al secondo turno solo due sono i candidati sindaci, con PD e PDL tra loro alternativi, su cui si dovranno posizionare forze e programmi.

In questo contesto la presenza dei socialisti bresciani è già fin d’ora indispensabile. Più che alle sigle alludo al valore d’una area, come lo stesso Guindani fa. Ad un’area che già si è positivamente posta oltre i propri confini, senza gettare alle ortiche la propria storia amministrativa. Guindani fa intravedere anche una modalità di interlocuzione che mi auguro venga accolta, in Loggia come in città. Con un nuovo ruolo delle diverse opposizioni, nonchè del costituendo “Polo di centro”, attivamente giocato nella crisi evidente della Giunta Paroli.

Claudio Bragaglio – consigliere comunale in Loggia (Pd) 

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Redazione BsNews.it

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