L\’ennesima legge vergogna, per la precisione la diciannovesima, che umilia lo stato di diritto e infonde un altro colpo alla democrazia in Italia. I contenuti del disegno di legge Gasparri, Quagliariello, già denominato “lodo Ghedini”, sono sulle prime pagine dei quotidiani e traducono con chiarezza la strategia indegna che il Governo si appresta a mettere in campo pur di salvare il premier dai suoi processi.
Diritto, giustizia, uguaglianza sono concetti che diventano carta straccia nel testo, esattamente come i molti processi che non potranno più essere celebrati, se passasse il disegno di legge. Altro che argine alla durata dei procedimento, questa legge è una prescrizione camuffata, un indegno pasticcio simil giuridico che tratta più severamente una contravvenzione come la clandestinità rispetto alla corruzione. Ma chi se ne importa? Ciò che preme ai suoi sostenitori è salvare Silvio Berlusconi. Chi se ne importa se andranno al macero processi come quello di Cirio, Parmalat o quello della Tyssen, la priorità è garantire l\’impunità all\’uomo che in Italia, con la complicità di menti faustiane e lacchè di ogni sorta, sta stravolgendo al Carta Costituzionale. Questo è il dramma del Paese.
Mentre gli italiani arrancano in una crisi senza precedenti, il Governo spende ogni energia per tutelare gli interessi personali di chi dovrebbe sorvegliare quelli della Nazione nel suo insieme.
Ma anche di fronte all\’ennesimo scempio del diritto non credo si solleverà l\’indignazione di un popolo ormai assuefatto all\’arroganza di un manipolo di parlamentari che, comunque, godono della fiducia di parecchi italiani. Ecco l\’altro dramma nostrano: mentre il Governo lacera il nucleo di principi che ci hanno permesso di convivere per oltre sessant\’anni, la metà del Paese, quando non plaude, sceglie di voltare lo sguardo.
Mentre gli osservatori internazionali s\’interrogano in quale baratro sta scivolando l\’Italia, i fans di Berlusconi difendono tutto per partito preso, digeriscono tutto pur di conservare il favore del sultano. Quando in qualche dibattito televisivo un politico del centro destra, accade raramente, dissente dalla lezioncina impartita, sembra un Achille uscito dalla mitologia.
Continuo a nutrire forte stima per Gianfranco Fini che non è divenuto un uomo di sinistra, ma un leader capace di intravedere un percorso per realizzare una destra moderna ed europea. L\’auspicio di molti anche a sinistra che vorrebbero confrontarsi con tale forza e non con il populismo e l\’attuale demagogia che impera in ogni direzione.
Mi chiedo, però, come e quale accordo abbia trovato Fini con Berlusconi se il frutto è questo testo di legge che fa storcere la bocca perfino all\’avvocato Giulia Buongiorno ed al costituzionalista Antonio Baldassarre, non certo sospetto di simpatie a sinistra.
In questo momento drammatico mi viene in mente una citazione di Pascal che si augurava che i forti fossero giusti e i giusti fossero forti. Visto l\’impossibilità della prima opzione confidiamo nella seconda.
Federica Papetti
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