Si chiude, a sei anni di distanza dall’illecito, il processo contro il giro di patenti facili: 14 condanne e 74 assoluzioni. Le indagini erano partite nel lontano 2002 ed assunsero all’epoca un certo rilevo mediatico anche sulle tv nazionali. Ora le condanne definitive: 3 anni e 4 mesi a Giancarlo Belloni per corruzione e falso ideologico, 2 anni e 4 mesi per Annibale Gavazzoni per falso ideologico, più lievi le altre pene, per Luisa Antonini, dipendente di un’agenzia di pratiche automobilistiche e per altri 11 imputati rei di aver ottenuto la patente illegalmente: Andrea Apollonio, Gabriele Averoldi, Davide Baronchelli, Michele Bulgarini, Fabio Crotti, Cristina Maggi, Daniel Maggi, Vincenzo Morbini, Donato Papa, Lorena Pisoni e Giovanni Serina.
La vicenda ha coinvolto nel suo complesso un centinaio di persone, esaminatori della motorizzazione civile, autoscuole, agenzie di pratiche automobilistiche e giovani desiderosi di ottenere la patente senza studiare. La cifra che veniva richiesta per la patente facile era di circa un milione di lire. I giudici hanno appurato che superare l’esame era molto semlice: gli esaminandi e gli esaminatori utilizzavano la stessa penna cosicchè era difficile dire chi avesse effettivamente eseguito le crocette nelle caselle giuste. Si capisce perciò l’anomala assenza di bocciati in alcune sessioni d’esame straordinarie o le patenti ottenute da immigrati che a malapena comprendevano l’italiano.
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