Mercoledì si parla di diritti
Incontro con una testimone straordinaria mercoledì 1 ottobre su iniziativa della Cooperativa cattolico democratica di cultura con la partecipazione della sezione bresciana di Amnesty International in occasione del 60 anniversario della dichiarazione dei diritti dell’uomo.
Alle ore 20.45 nella Sala Bevilacqua di via Pace 10 a Brescia Beatrice Alamanni De Carrillo, già Procuratrice per la Difesa dei Diritti Umani di El Salvador, fondatrice della facoltà di scienze giuridiche dell’Uca (università centroamericana)parlerà sul tema Ditti umani fondamento della pace: il caso di El Salvador. Introduce Massimo De Giuseppe, docente di Storia contemporanea presso l’Università di Parma, autore di pubblicazioni su movimenti sociopolitici e storia dell’America Latina.
Sulla scrivania di Beatrice Alamanni de Carrillo ci sono due libri: la Costituzione
e il Vangelo: "L’uno mi dà la forza di applicare l’altra. Con queste due luci vado
avanti", dice Beatrice Alamanni, docente universitaria, avvocato nelle specialità
del Diritto Pubblico, Costituzionale e dei Diritti Umani, presidente della
Federazione delle Associazioni di Avvocati di El Salvador, Procuratrice per la
Difesa dei Diritti Umani della Repubblica di El Salvador per due mandati in un
momento difficile del Paese, seguito alla destituzione per corruzione del suo
predecessore.
La Procura di El Salvador, una delle più grandi dell’America Latina e una delle più
forti del mondo nel suo genere, nata alla fine della guerra civile (1980-92) e di
una lunga storia di violazioni dei diritti umani, è un’istituzione statale che ha
però, paradossalmente, come principale controparte lo Stato stesso; il suo compito,
delicato e rischioso, come documentano le minacce alla Procuradora e i rapporti
delle Nazioni Unite, è quello di vigilare sull’attività dello Stato in materia di
diritti umani, a partire dal Presidente della Repubblica fino al funzionario di
livello più basso, assistere le vittime dei desaparecidos, denunciare squilibri
sociali, violenze e corruzione: mali non scomparsi, nonostante il processo di
pacificazione abbia complessivamente funzionato.
La vita di Beatrice Alamanni è stata segnata dall’incontro con mons Oscar Romero,
assassinato nel 1980, e il gesuita padre Ellacuria, poi divenuto suo grande amico
(ucciso con altre 8 persone nella strage dell’11 novembre 1989). Da allora vivere in
El Salvador è stata per lei una scelta di vita per difendere i più poveri e
indifesi: i destinatari del suo impegno in innumerevoli istituzioni nazionali e
internazionali e in progetti di assistenza e tutela sono infatti i bambini, le
donne, i lavoratori licenziati, gli emigrati, i detenuti… La "Procuratrice dei
delinquenti" – accusa con la quale si è cercato di colpire la sua difesa dei diritti
umani dei carcerati – non si è mai fermata di fronte a ostacoli, tentativi di
diffamazione e minacce: "So bene a cosa vado incontro, svolgendo onestamente questi
incarichi, ha detto, ma sento di essere coerente con me stessa; per me è importante
contribuire a dare voce a chi non ce l’ha".