Manifestazione Pdl, anche il senatore Corsini attacca il Prefetto di Brescia
Intervenendo ieri sera al Senato in conclusione di seduta, il sen. Paolo Corsini è tornato sulla vicenda che si è consumata a Brescia sabato scorso in occasione del comizio di Silvio Berlusconi, stigmatizzando con espressioni assai critiche il comportamento dei responsabili dell’ordine pubblico nella città di Brescia. Dopo aver ripreso le dichiarazioni del sen. Zanda, dichiarazioni polemiche circa la presenza di esponenti di primo piano del PDL presenti nel governo, il sen. Corsini ha duramente criticato soprattutto il prefetto, dott. Narcisa Brassesco Pace che, sostiene il senatore, nella sua qualità di presidente del Comitato per la sicurezza dell’ordine pubblico, non ha provveduto ad attuare le misure necessarie affinché fossero evitati scontri e incidenti che hanno turbato la pacifica convivenza nella nostra città, peraltro in presenza della cerimonia delle cresime in Duomo.
"Non posso che condividere – ha sottolineato il sen. Corsini – giudizi e valutazioni espresse dall’ex sottosegretario on. Stefano Saglia, il quale ha manifestato il proprio disappunto e la propria contrarietà rispetto al comportamento dei responsabili dell’ordine pubblico. Contrariamente a quanto avvenuto in passato – ha aggiunto il sen. Corsini – allorquando i questori Montemagno e Carluccio, sopperendo alla inconcludenza del prefetto, hanno garantito un pacifico svolgimento delle manifestazioni elettorali, in questa occasione si è assistito ad una gestione improvvida e a una mancata programmazione che avrebbe invece consentito la legittima manifestazione di orientamenti e posizioni politiche da parte dei diversi soggetti presenti. Del resto il prefetto di Brescia non è nuovo a comportamenti deprecabili, come nel caso della vicenda dei soli di Adro e dell’accoglienza riservata a Umberto Bossi quando l’ex leader della Lega trascorreva le proprie vacanze a Ponte di Legno".
Il sen. Corsini ha altresì perentoriamente invitato il ministro degli interni Angiolino Alfano ad aprire una rapida inchiesta sui fatti di Brescia e ad assumere opportune decisioni conseguenti in relazione ai comportamenti delle autorità preposte alla tutela e alla salvaguardia dell’ordine pubblico. Un impegno che il ministro Alfano deve assumere a maggior ragione, essendo stato spettatore diretto dei fatti, per quanto la sua presenza, essendo egli ministro del governo in carica, sia stata del tutto improvvida e contraddittoria rispetto al suo ruolo.