▼ Picchiavano le figlie perché “cattive musulmane”: dopo la condanna i genitori sono spariti
Sono stati condannati – cinque anni a testa per il padre, la madre e il fratello – per aver maltrattato quattro ragazze (le figlie della coppia di origine pakistana) per la sola motivazione che le giovani non si sarebbero comportate secondo i precetti su cui – a loro dire – si basa la religiose islamica. Ma ora i tre risultano irreperibili, latitanti per la giustizia.
A raccontarlo è l’edizione odierna del Giornale di Brescia, che dà conto di un nuovo inatteso sviluppo per la vicenda delle quattro ragazze, che da qualche mese – da quando hanno deciso di denunciare – si trovano ospiti in una struttura protetta per proteggerle da eventuali ritorsioni dei familiari.
Secondo le accuse, le giovani sarebbero state ripetutamente oggetto di percosse e minacce (compresa quella di far la fine di Sana Cheema, uccisa dai familiari nel 2018 per lo stile di vita “troppo occidentale”) al fine di “convincerle” ad indossare solo abiti tradizionali e recitare ogni giorno il Corano.
Ora, dopo che la Cassazione ha confermato la condanna, i tre (67 anni il padre, 48 la mare, 29 il figlio maggiore) sarebbero irreperibili: la donna sarebbe tornata in patria da tempo, mentre i due uomini si sarebbero allontanati solo di recente – per evitare il carcere – dalla casa in cui formalmente risiedono (ma che ora è occupata da un connazionale). Il giudice, riferisce sempre il Gdb, avrebbe già firmato il decreto di latitanza a loro carico.