Immigrati, Bordonali all’attacco: a Brescia sono già troppi
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“In città un cittadino su cinque è immigrato e la disoccupazione tra gli stranieri regolari è del 18%. Due dati che spiegano in maniera chiara come a Brescia non sia possibile al momento accogliere altre persone”. A dirlo è Simona Bordonali, assessore alla Sicurezza, Protezione Civile e Immigrazione della Regione Lombardia e candidata alla Camera per la Lega Nord.
“Sul tema dellimmigrazione nella nostra città – si legge in una nota – la stampa nazionale e internazionale di sinistra in questi giorni è andata in cortocircuito. A distanza di pochi giorni, Le Monde ha citato Brescia come modello mondiale di integrazione mentre LEspresso lha dipinta come la culla della xenofobia e del razzismo, con uno sconcertante articolo intitolato ‘Brescia nera, viaggio nella città dove cresce il razzismo’. Semplificare un problema così complesso è impresa ardua, ma sicuramente hanno torto sia luna che laltra testata. Non possiamo infatti dire che il percorso di integrazione degli immigrati a Brescia sia concluso. Ci sono alcuni quartieri dove gli stranieri sono maggioranza rispetto agli italiani e questo crea enormi problemi legati principalmente alla sicurezza e al disagio sociale. Dallaltro lato tuttavia possiamo con certezza dire che Brescia non è una città razzista. È solo stanca dei problemi portati dalle migliaia di immigrati clandestini presenti in città. Chiedere il rispetto delle regole non significa essere xenofobi. Lo stesso Procuratore generale di Brescia Pier Luigi Maria DellOsso – incala l’esponente del Carroccio – ha ammesso che ‘Limpatto sul territorio Bresciano di immigrati clandestini in numero cospicuo e crescente contribuisce a creare condizioni di crescita di fenomeni di devianza criminale in termini ancor più marcati che nellarea milanese’. Questo significa descrivere la realtà, non mistificarla, e chi non vuole vederla è fuori dal mondo o semplicemente non vive sul territorio bresciano”.
“Chi dice che servirebbero più immigrati per la nostra economia o per pagarci le pensioni – conclude Simona Bordonali – mente sapendo di farlo. Per questo è necessario un cambio radicale nelle politiche migratorie a livello nazionale e mi auguro che il 4 marzo anche dalle urne bresciane emerga questa esigenza”.