Proteste in Iran, anche le bresciane si tagliano i capelli
Non si arresta l’ondata di proteste che dall’Iran si sta espandendo in tutto l’Occidente per esprimere solidarietà dopo la morte di Mahsa Amini. La 22enne curda iraniana è stata arrestata il 13 settembre a Teheran dalla polizia morale per non avere indossato in modo consono il velo, picchiata violentemente mentre veniva trasferita con la forza è morta tre giorni dopo. In molte città del Paese e università in migliaia sono scesi in piazza per gridare “Donne, vita e libertà!”, mentre il governo iraniano reprimeva ogni sommossa. La lotta però non ha perso forza.
Sulla scia delle iniziative di solidarietà messe in atto dalla Triennale di Milano, dal MAXXI di Roma e da altre realtà, anche il Macof, Centro della Fotografia Italiana che ha sede nel palazzo barocco Martinengo Colleoni nel centro di Brescia, dà il proprio contributo, ospitando l’iniziativa di raccolta delle ciocche di capelli che saranno poi inviate al Consolato iraniano a Milano. Il taglio dei capelli è un’antica cerimonia che simboleggia il lutto, una prassi che mostra la propria tristezza a dispetto dell’estetica.
A partire da martedì 11 fino a domenica 16 ottobre, negli orari di apertura del museo (15.00-19.00), sarà possibile lasciare una ciocca dei propri capelli anche al Macof, legata con un filo di corda, da depositare in un apposito contenitore all’ingresso degli spazi della mostra permanente. L’iniziativa è promossa dal Macof, con la collaborazione di Carolina Zani e Paola Linda Sabatti e di tante persone volontarie che presiederanno l’iniziativa.