🔴 CORONAVIRUS, Regione contro Governo sulla zona rossa: assurdo e vessatorio
E’ polemica per le restrizioni che arriveranno da domani in Lombardia, con il ritorno in zona rossa. Dopo l’annuncio del presidente della Regione Attilio Fontana (che si è detto rammaricato) ad attaccare più apertamente il governo per la decisione sono stati diversi esponenti della maggioranza che guida il Pirellone, a partire dall’assessore Fabio Rolfi e dal collega di partito Guido Guidesi, che ha recentemente preso il posto del bresciano Alessandro Mattinzoli.
Di seguito i comunicati stampa arrivati negli ultimi minuti in redazione.
FABIO ROLFI (ASSESSORE ALL’AGRICOLTURA)
“Il modello delle fasce colorate per le regioni si è rivelato inadeguato. Nonostante la batosta alle attività produttive e ai ristoranti, additati da Roma come luoghi di contagio, ci ritroviamo nuovamente in zona rossa. È chiaro che i parametri decisi dal governo risultano vessatori per la Lombardia e per un sistema economico che è trainante per l’Italia e l’Europa. La Lombardia ha un tasso di positività più basso rispetto ad altre regioni e non si capisce perché questo parametro non venga preso in considerazione. Le nostre imprese e i nostri concittadini non possono pagare ulteriormente per l’incapacità di Conte e Speranza”. Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura Fabio Rolfi.
GUIDO GUIDESI (NUOVO ASSESSORE ALLO SVILUPPO ECONOMICO, LEGA)
“Decisione assurda da parte del Governo che avrà conseguenze drammatiche per il sistema produttivo lombardo Bene ha fatto il governatore Fontana – ha detto ancora – a chiedere con fermezza al ministro Speranza di approfondire la questione con il Comitato tecnico scientifico. Oltre a rivedere la decisione, il Governo dovrebbe utilizzare un semplice buonsenso e ristorare immediatamente tutte le attività economiche danneggiate. Questo astio nei confronti delle partite Iva deve finire”.
FLORIANO MASSARDI (CONSIGLIERE REGIONALE BRESCIANO, LEGA)
“È un sistema davvero penalizzante, i dati su cui si basano al Governo per stabilire la classificazione delle zone in base all’indice RT sono sempre vecchi di oltre una settimana, a volte di più. C’è bisogno di un sistema più semplice e chiaro. Entrare in zona rossa sarà drammatico – dichiara Massardi – sono giorni ormai che i dati sulla Lombardia sono in miglioramento, eppure torneremo a vivere con le restrizioni al massimo livello. È ingiusto. Sembra che vogliano punire la nostra Regione e i suoi abitanti. Così non si fa il bene dei cittadini, che ancora una volta sono stati diligenti e si sono attenuti alle restrizioni. Abbiamo sopportato settimane e settimane di sacrifici, addirittura durante il periodo natalizio, quando tutti erano solo desiderosi di potersi incontrare e godere del calore famigliare. Siamo stati prudenti e i dati ci hanno premiato. Ma ancora una volta torniamo in zona rossa, perché il sistema del calcolo dell’RT, che si basa sempre su dati vetusti, da questo riscontro. Ci vuole semplicità e trasparenza, così da poter aiutare i cittadini a capire meglio la situazione che stiamo vivendo e la sua evoluzione. Se per giorni i dati migliorano e poi, improvvisamente, il Governo ti riporta da zona arancione a rossa, è normale si crei delusione e scoramento. Si instilla nella testa delle persone la sensazione che quello che fanno è completamente ininfluente rispetto alle decisioni governative, ed è drammatico. Bene ha fatto il Presidente Fontana a chiedere una revisione di questa decisione al Ministro Speranza, dobbiamo aiutare i cittadini con indicazioni chiare e comprensibili, non far sembrare loro che l’assegnazione delle zone sia arbitraria e casuale, c’è il rischio di creare il caos ed è l’ultima cosa di cui c’è bisogno”.
ALESSANDRO FERMI (PRESIDENTE CONSIGLIO REGIONALE, FORZA ITALIA)
“Ancora una volta un Governo che ha finito la benzina, lui sì finito in rosso e in riserva e senza più credibilità e autorevolezza, mortifica gli sforzi compiuti in queste settimane dai cittadini lombardi senza tenere conto del grande senso di responsabilità che gli stessi cittadini hanno evidenziato. Mi preoccupano soprattutto le ulteriori, inevitabili ripercussioni che questa decisione avrà sulla nostra economia e sul nostro sistema produttivo che ha già sopportato e sofferto sacrifici enormi e che chiede di lavorare e non di essere ristorato, senza dimenticare la mortificazione delle speranze di tanti studenti. Trovo infine discutibili gli indici utilizzati, rispetto a molti altri che fotografano e rappresentano invece una situazione lombarda che nella realtà è assai lontana dalla zona rossa. Una decisione quindi che lascia l’amaro in bocca e che, soprattutto, non potrà che aumentare la tensione sociale”.
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