Il packaging è sostenibile? Molto più di quanto pensate
A IPACK-IMA, si parlerà anche di come un equilibrio sulla sostenibilità del settore sia già realtà, specialmente in Italia
Il dibattito pubblico è costantemente attraversato da temi su cui le opinioni si polarizzano, come succede da tempo quando si parla di sostenibilità. Esclusivamente associata alle problematiche ambientali viene spesso messa in relazione al packaging a cui si guarda come fosse solo un problema e non anche una soluzione che protegge un farmaco, rende sicuro il cibo, garantisce trasporti sicuri. Il dibattito si ferma in sostanza alla sola gestione dei rifiuti.
Il packaging, compagno indispensabile
Protagonista involontario di questa discussione, il packaging accompagna ogni momento della quotidianità, dal dentifricio che usiamo alla mattina, al farmaco, al cibo sul cui spreco si discute sempre di più. Igiene personale, salute e cibo sono solo alcuni dei contesti in cui incontriamo il packaging nella sua funzione primaria: la protezione.
Un ruolo fondamentale che viene spesso sottovalutato rispetto al fine vita, dove si guarda a una bottiglia, un blister, una flebo, una confezione per alimenti esclusivamente come rifiuti. Pur essendo essenziale per una infinita varietà di esigenze quotidiane, basta guardare nelle proprie case per notarlo, il packaging rappresenta un punto di equilibrio sulle diverse componenti della sostenibilità.
Come testimoniano i dati Conai, il consorzio che si occupa di riciclaggio in Italia, le esigenze di sostenibilità sociale ed economica come la sicurezza alimentare e l’occupazione, vengono consolidate dal ruolo che l’industria del packaging gioca nella ricerca di soluzioni green. Le confezioni che minimizzano l’impatto ambientale mantenendo invariate le proprie funzioni sono ormai realtà grazie a un comparto che ricerca costantemente risposte innovative e sostenibili a problemi che riguardano la salute, la riduzione dello spreco alimentare, il benessere personale, la sicurezza di persone e cose.
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Green: nel packaging si può
Un processo di innovazione costante dove la Lombardia gioca un ruolo di primo piano con aziende come Botta Srl, DS Smith Packaging, Goglio Spa, Ilpra, Qwarzo, Sacchital, Saies Coated Films, Volmar Packaging.
Aziende leader mondiali impegnate quotidianamente nello studio di soluzioni all’avanguardia tra riduzione del peso e degli ingombri, materiali sostenibili, riciclabili e riciclati, design che coniugano le esigenze di sostenibilità e quelle dei consumatori che la richiedono sempre di più. Minore peso e materiale significano infatti meno CO2 immessa in atmosfera durante il trasporto di un maggiore numero di pezzi, con meno ingombro e consumo di combustibile. Materia prima proveniente da riciclato significa riutilizzo dei rifiuti in una chiave sostenibile, contenimento dei volumi, riciclaggio e riuso con una complessiva riduzione della CO2 prodotta in tutta la filiera dalla materia prima allo scaffale.
La sostenibilità tra ambiente, economia e impatto sociale
Dalla discussione mancano quindi diversi elementi: il ruolo fondamentale del packaging nella vita di persone; il concetto di sostenibilità economica e sociale ad integrazione di quella ambientale; la responsabilità individuale del consumatore nella gestione ecologica e consapevole del rifiuto, che si tramuta così in valore e risorsa.
Eppure, l’Italia vanta un invidiabile primato che la vede al vertice dei paesi riciclatori, con una filiera industriale che parte dagli enti locali e arriva fino alle aziende che riciclano, permettendo di ridurre le emissioni di C02, riutilizzare i rifiuti trasformandoli in materia prima seconda, generare occupazione e ricchezza. Si stima infatti che siano oltre 4.800 le imprese impegnate nel settore in Italia con 236.000 addetti e un fatturato complessivo che supera i 10 miliardi di euro. Secondo la relazione generale del consorzio Conai, sono oltre 10 milioni e 470 mila le tonnellate di rifiuti di imballaggio riciclate in Italia: il 75,3% di tutto il packaging immesso sul mercato in ogni sua forma e materiale. In dettaglio, nel 2023 sono state riciclate 418mila tonnellate di acciaio, 59mila di alluminio, 4 milioni e 674mila di carta, 2 milioni e 164mila di legno, 1 milione e 55mila di plastica tradizionale e circa 44mila di bioplastica compostabile, chiude il vetro con oltre a 2 milioni e 46mila tonnellate. Unendo questi dati al recupero energetico, dove l’imballaggio viene usato per produrre energia il totale del packaging non finito in discarica arriva a 11 milioni e 804mila tonnellate: l’85% delle confezioni.
Dati che dimostrano come il packaging sia ben di più di uno scarto, introducendo un concetto di sostenibilità completo che mette al primo posto l’ambiente senza dimenticare le persone, il lavoro e la crescita.
Di tecnologia, leadership del mercato, innovazione e sostenibilità e confezionamento si parlerà a IPACK-IMA 2025 –https://www.ipackima.com/it, in programma a Milano dal 27 al 30 maggio 2025.
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