▼ Scontro istituzionale sul Daspo: la sinistra interroga il ministro, la Prefettura nega ingerenze

La questione del Daspo urbano votato dalla Loggia contro il parere dell'ala sinistra della maggioranza continua a far discutere.

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Sede della Provincia di Brescia e della prefettura.
Sede della Provincia di Brescia e della prefettura.

La questione del Daspo urbano votato dalla Loggia contro il parere dell’ala sinistra della maggioranza continua a far discutere. E lo scontro, proprio per iniziativa di Sinistra Italiana, si è trasferito al livello istituzionale.

Stamane, infatti, il senatore Tino Magni (Avs) ha presentato un’interrogazione al ministro competente spiegando che nella delibera si fa riferimento a una riunione in cui “esponenti politici di diverso schieramento avrebbero fatto riferimento al fatto che l’introduzione nella città di Brescia dello strumento del DASPO fosse la risposta ad una esplicita e diretta richiesta avanzata dalla prefettura”. E si chiede al rappresentante del governo “se risultino veritiere le affermazioni”, perché in quel caso “le eventuali sollecitazioni della Prefettura una inopportuna ingerenza nella vita politica e amministrativa della città di Brescia”.

La replica è arrivata a stretto giro anche dalla Prefettura, che in una nota sottolinea come la decisione “è stata – e non poteva essere altrimenti – dell’Amministrazione Comunale di Brescia che ha assunto tale scelta, prettamente di natura politico – amministrativa”. Dunque “né la Prefettura né il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica hanno poteri, competenze e, in particolar modo, motivi di interesse a che si adottasse il nuovo Regolamento cosi’ come strutturato”.

Di seguito i testi integrali dell’interrogazione e del comunicato della Prefettura.

L’INTERROGAZIONE AL MINISTRO

Interrogazione scritta al Ministro degli Interni

Premesso che:

il 26 luglio 2024 il consiglio comunale di Brescia ha approvato la delibera n. 143 del 18.07.2024 che concerne la modifica del regolamento di polizia urbana con l’introduzione della misura denominata D.AC.UR (Divieto di accesso alle aree urbane), meglio nota come DASPO urbano;

il provvedimento permette di sanzionare e allontanare per 48 ore da alcuni luoghi pubblici chi attua comportamenti contrari a quanto stabilisce il Regolamento di polizia urbana, come il disturbo della quiete pubblica, l’accattonaggio, il commercio abusivo e l’ubriachezza molesta. Più nello specifico il Daspo urbano punisce le condotte che si verificano nell’ambito di stazioni di trasporto pubblico, autostazioni, stazioni ferroviarie, infrastrutture marittime e aeroporti, in violazione dei divieti di stazionamento o di occupazione degli spazi, ma anche aree verdi, spazi culturali, istituti scolastici e universitari. L’elenco degli spazi sui quali può essere applicato il Daspo è poi stato integrato dai decreti sicurezza, che hanno incluso anche i presidi sanitari, le fiere e i mercati;

a Brescia il perimetro di applicazione del Daspo riguarda l’area della stazione ferroviaria, le stazioni della metro, tutti i parchi pubblici, le zone di via Milano e del Carmine (largo Formentone, Rua Sovera, via San Faustino e contrada del Carmine). Il provvedimento sarà in vigore anche nel raggio di cento metri dagli ingressi di presidi ospedalieri e scuole;

il Daspo urbano si chiama così perché richiama la misura originaria del Daspo, acronimo che sta per Divieto di accedere alle manifestazioni sportive, una misura adottata in Italia nel 1989 per contrastare la violenza negli stadi. Nella pratica, il Daspo urbano comporta l’allontanamento da un certo luogo della persona responsabile di una condotta molesta. L’allontanamento viene eseguito dalla polizia e dura per 48 ore. Il destinatario del Daspo deve anche pagare una sanzione amministrativa pecuniaria tra 100 e 300 euro. In caso di violazione dell’ordine di allontanamento, la sanzione raddoppia. Se il fatto viene reiterato, il Daspo può essere esteso fino a un massimo di 12 mesi (che diventano due anni se il soggetto risulta precedentemente condannato per reati contro la persona o il patrimonio). Chi non osserva il divieto imposto dal questore può inoltre subire l’arresto fino a un anno (due anni per chi ha già condanne precedenti per reati contro la persona o il patrimonio);

nella citata delibera si fa esplicito riferimento alla riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica del 03.11.2023 nella quale “si è condivisa l’opportunità di recepire all’interno del regolamento di polizia urbana lo strumento di cui al citato D.L. n. 14/2017, art. 9 e 10”;

risulta all’interrogante che nell’ambito dell’animato dibattito politico legato all’approvazione della delibera stessa, dinnanzi alla ferma contrarietà di una parte delle forze di maggioranza, in più occasioni, esponenti politici di diverso schieramento avrebbero fatto riferimento al fatto che l’introduzione nella città di Brescia dello strumento del DASPO fosse la risposta ad una esplicita e diretta richiesta avanzata dalla prefettura;

considerato che nel programma elettorale e nelle linee di mandato della Sindaca non risulta essere presente alcun riferimento alla misura adottata e che non risulta all’interrogante che nella città di Brescia si sia verificato un incremento delle situazioni di disagio o di emergenza sociale che costituiscono il presupposto del DASPO urbano,

Tutto ciò premesso,

si chiede di conoscere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della vicenda in oggetto e se risultino veritiere le affermazioni secondo le quali l’approvazione delle modifiche al Regolamento di polizia urbana e nello specifico l’introduzione del DASPO urbano sia stata caldeggiata da parte della Prefettura;

in caso affermativo, quali siano le motivazioni alla base del detto orientamento;

in ultimo, in caso affermativo se il Ministro interrogato non ritenga le eventuali sollecitazioni della Prefettura una inopportuna ingerenza nella vita politica e amministrativa della città di Brescia.

IL COMUNICATO DELLA PREFETTURA

A seguito della recente pubblicazione su alcuni quotidiani di articoli riguardanti un’asserita “ingerenza” della Prefettura di Brescia nella previsione del c.d. “daspo urbano” nel  Regolamento di Polizia Locale del Comune di Brescia, revisionato e di prossima emanazione, corre l’obbligo di fornire alcune precisazioni al riguardo.

La decisione di prevedere, nel nuovo Regolamento di Polizia Locale, “aree sensibili” della Città nelle quali i comportamenti di degrado e di inciviltà sono puniti con il divieto di accedervi nuovamente per un periodo di tempo a seconda della gravità dei reati ( c.d. “daspo urbano”), fatte salve le altre misure sanzionatorie, è stata – e non poteva essere altrimenti – dell’Amministrazione Comunale di Brescia che ha assunto tale scelta, prettamente di natura politico – amministrativa, allo scopo di innalzare il livello di sicurezza nei confronti delle comunità locale.

Né la Prefettura né il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica hanno poteri, competenze e, in particolar modo, motivi di interesse a che si adottasse il nuovo Regolamento cosi’ come strutturato.

La decisione assunta dall’Amministrazione Comunale è stata presentata, sul piano tecnico, dal Sindaco e dagli Assessori comunali competenti al Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica riunitosi in Prefettura lo scorso 25 luglio, i cui componenti hanno preso atto della stessa, fornendo in merito indicazioni tecniche mirate ad armonizzare la regolamentazione locale con la legislazione nazionale vigente.

 

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