Fanno discutere le dichiarazioni di Carlo Andreoli, consigliere di Fratelli d’Italia in Loggia, che – intervistato dal Giornale di Brescia sul video di FanPage e l’iniziativa di proiettarlo anche in città – ha dichiarato di non riconoscersi nell’antifascismo perché “è una definizione troppo generica”. “Nel nome dell’antifascismo militante le frange estreme hanno ucciso tanti ragazzi di destra, come Sergio Ramelli. Credo nella Costituzione, nella Repubblica italiana e nei principi democratici che escludono un modello di Stato fascista”, ha quindi precisato nella stessa intervista, rifiutando però la definizione.
Con una nota, infatti, i capigruppo della maggioranza di centrosinistra chiedono pra che il centrodestra cittadino si dissoci dalle sue parole, definite “gravissime e inaccettabili”
“Apprendiamo con stupore e preoccupazione – si legge nel testo – le dichiarazioni del consigliere di Fratelli d’Italia che dichiara di non riconoscersi nell’antifascismo, concetto che sarebbe ‘troppo generico’, e prospetta ‘reazioni’ alla legittima e libera indignazione che sta montando attorno al docufilm ‘Gioventù Meloniana’, avvertendoci che si starebbe ‘giocando troppo col fuoco’. L’antifascismo non è un concetto affatto generico: antifascista è la Costituzione, la Resistenza, antifascista era la manifestazione del 28 maggio 1974. Brescia, medaglia d’argento per la Lotta di Liberazione e colpita dalla strage neofascista di piazza della Loggia, non può permettersi zone d’ombra rispetto alla sua natura intimamente antifascista. Né è accettabile che un esponente politico alluda a possibili ritorsioni verso una libera manifestazione che rivendica i valori fondativa della nostra Repubblica. Chiediamo alla dirigenza cittadina e provinciale di Fdi e a tutti i consiglieri della minoranza – conclude il comunicato stampa – di dissociarsi da tali gravi dichiarazioni, e di dichiararsi fieramente antifascisti”.
Andreoli aveva anche parlato di possibili ritorsioni a causa del video di FanPage. “Io non vado mai a dare fastidio agli altri – aveva detto al Gdb – Di sicuro però iniziative come questa proiezione alimentano lo scontro politico ideologico, mettono alla gogna dei ragazzi e sembra che si apra la caccia al militante, al fascista, in un clima da anni ’70 e da guerra civile. Tutto ciò potrebbe avere delle reazioni e questo mi fa molta paura. Si gioca troppo col fuoco”.