▼ D’Annunzio fuori dalla lista degli aeroporti strategici: niente più soldi dalla Ue

La decisione è dovuta al fatto che l'aeroporto di Montichiari non soddisfa i requisiti di traffico e carico richiesti e, soprattutto, non è strategico per il territorio trovandosi nel raggio di 100 chilometri dagli scali di Bergamo e Verona.

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L'aeroporto Gabriele D'Annunzio di Montichiari
L'aeroporto Gabriele D'Annunzio di Montichiari

Secondo qualcuno rischia di essere il colpo di grazia per uno scalo mai decollato. Non sarà così. Ma è una pessima notizia quella arrivata dall’Europa con l’approvazione del  Regolamento TEN-T, che – con “soddisfazione del ministro Salvini” – ha ridefinito la mappa delle grandi Reti di trasporto europee.

L’aeroporto D’Annunzio di Montichiari (controllato dalla società veronese Save), infatti, è stato rimosso dall’elenco degli scali considerati “core” – e dunque ammessi a finanziamenti –  nell’ambito dei corridoi strategici per la mobilità europea. Montichiari, fino a ieri, era uno degli 11 aeroporti della lista, ma ora è scomparso dalla lista insieme a quello di Forlì (si sono invece aggiunti Perugia, Rimini e isola d’Elba) con la conseguenza che non potrà accedere ai bandi da 40 miliardi di euro previsti.

La decisione è dovuta al fatto che l’aeroporto di Montichiari non soddisfa i requisiti di traffico e carico richiesti e, soprattutto, non è strategico per il territorio trovandosi nel raggio di 100 chilometri dagli scali di Bergamo e Verona.

“La notizia riguardante il fatto che l’Unione Europea ha declassato l’aeroporto di Montichiari – commenta in una nota il presidente della Provincia di Brescia Emanuele Moraschini (l’ente, lo ricordiamo, è socio di minoranza) – lascia il Sistema Brescia sgomento. Stiamo lavorando da anni affinché questa struttura sia valorizzata e ora apprendiamo che non riceverà più finanziamenti. Siamo in Lombardia, uno dei motori dell’Italia, dove ci sono altri tre aeroporti che stanno collassando. Montichiari è strategico, potrebbe essere declinato anche per i passeggeri, non solo per le merci. È vicino al Garda, meta turistica tra le più importanti in Italia; porterebbe economia e sviluppo a una provincia già attiva, viva, dinamica. Creerebbe posti di lavoro. Faccio appello ai Parlamentari Europei Bresciani appena eletti affinché intervengano per sostenere il Sistema Brescia e per rilanciare questo aeroporto, che merita di essere al centro di politiche attive e concrete.”

“Sicuramente andremo a fondo con celerità sulla questione, che riteniamo essere inammissibile nel contenuto e nella forma – commenta in una nota Francesco Folonari, direttore Cargo del Gruppo SAVE – detto questo, non siamo in nessun modo preoccupati, perché stiamo procedendo con i piani di sviluppo programmati che da questo nuovo regolamento non vengono in alcun modo intaccati, e stiamo lavorando soprattutto per ottenere la conformità urbanistica, indispensabile all’avvio degli investimenti previsti”.

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1 COMMENT

  1. La classe dirigente bresciana, che non è solo quella politica, si faccia un esame di coscienza; si chieda soprattutto se quando si è deciso di volere un aeroporto esistevano, almeno in prospettiva, le condizioni minime di bacino di utenza per sostenerne l’attività, visto che Bg e Vr già funzionavano. O si trattava di “prestigio” soltanto.

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