▼ Omicidio del cavalcavia, le amiche di Giada: aveva paura di essere avvelenata o ricattata con video hot

Giada Zanola aveva annullato le nozze previste per settembre e frequentava apertamente un altro. La relazione con il padre di suo figlio (colui che, secondo gli investigatori, l'ha uccisa) - insomma - era finita da tempo

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Giada Zanola, foto da Facebook

Giada Zanola aveva annullato le nozze previste per settembre e frequentava apertamente un altro. La relazione con il padre di suo figlio (colui che, secondo gli investigatori, l’ha uccisa) – insomma – era finita da tempo. Ma a trattenerla fisicamente c’era ancora il bimbo piccolo che condivideva con lui. E non solo: la 34enne aveva paura che l’orami ex compagno la avvelenasse o diffondesse online per vendetta i loro video intimi.

E’ quanto sarebbe emerso – dalle testimonianze di alcune amiche della vittima – durante le indagini sul presunto omicidio della giovane bresciana, residente nel Padovano, che mercoledì è caduta da un cavalcavia sopra la A4 ed è stata straziata da un camion.

MORTE GIADA ZANOLA: LE INDAGINI SULL’OMICIDIO E I DUBBI DA CHIARIRE

Per la morte di Giada, lo ricordiamo, è stato fermato il compagno 39enne, Andrea Favero. Il camionista – che nell’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere – si trova ora in carcere a Padova con l’accusa di omicidio volontario. Ma non è ancora chiaro come siano andate le cose.

Inizialmente Favero aveva negato di essere stato presente sul cavalcavia: addirittura avrebbe mandato alcuni messaggi alla vittima per depistare gli investigatori (“Sei andata al lavoro? Non ci hai nemmeno salutato”). Poi – di fronte alle immagini delle telecamere – avrebbe ammesso la propria presenza sul luogo della tragedia. Il 39enne, in particolare, avrebbe riferito che Giada si era allontanata a piedi da casa e che lui l’avrebbe raggiunta in auto: sul cavalcavia, quindi, sarebbe avvenuta una seconda lite, in cui lei gli avrebbe ribadito di essere “pronta a togliergli il bambino”. A quel punto sarebbe avvenuto il dramma.

Ma sulla dinamica ci sono ancora molte incertezze. La recinzione da cui Giada sarebbe caduta, infatti, è alta due metri e lanciare una persona che oppone resistenza da lì non appare un’operazione facile nemmeno per un uomo pur dotato di buona forza. Uno dei dubbi che gli investigatori stanno cercando di chiarire, insomma, è se Giada fosse già morta (o se fosse stata stordita) quando è stata gettata dal cavalcavia. Una svolta investigativa importante potrebbe arrivare dal cellulare della vittima, che però non è ancora stato trovato.

GIADA ZANOLA, CHI ERA?

Giada era cresciuta a Folzano, quartiere della città dove ancora vive il fratello, e aveva studiato all’istituto alberghiero. Grande appassionata di motori, nel 2016 si era trasferita in Veneto e dal 2018 conviveva con Favero, da cui nel 2020 aveva anche avuto un bambino. Nel 2022 avevano acquistato casa nel Comune di Vigonza, a poche centinaia di metri dal luogo della tragedia.

Da marzo i due vivevano di fatto da separati in casa e la 34enne aveva anche parlato al compagno della sua nuova relazione. Per il nuovo uomo, inoltre, Giada aveva deciso di lasciare l’attività di commessa: proprio un paio di giorni fa avrebbe dovuto iniziare il lavoro dal benzinaio insieme al nuovo compagno.

I rapporti fra Giada Zanola e Andrea Favero, di certo, erano molto complicati, con litigi all’ordine del giorno e forse anche percosse. La giovane avrebbe addirittura manifestato a un’amica la paura che lui la avvelenasse.

Giada Zanola, foto d’archivio

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