Paola Zani (22 anni), Silvia Zani (29) e Mirto Milani (29) hanno presentato nei giorni scorsi, tramite i loro avvocati, ricorso in appello contro la sentenza di primo grado che li ha condannati all’ergastolo per l’omicidio dell’ex vigilessa (e madre delle due ragazze) Laura Ziliani.
L’omicidio avvenne nella notte tra il 7 e l’8 maggio del 2021. Le due sorelle e il fidanzato della maggiore drogarono Ziliani farcendo di benzodiazepine la torta preparata per la festa della mamma. Poi la strangolarono e ne seppellirono il corpo sulle rive del fiume Oglio, simulandone la scomparsa volontaria. Infine, mesi dopo, confessarono il delitto (Mirto fu il primo), ammettendo parzialmente le responsabilità.
Al cosiddetto trio criminale – secondo la sentenza – furono riconosciute le aggravanti della premeditazione, l’uso di sostanze venefiche e il rapporto di parentela (per le due sorelle). I tre, secondo le perizie, erano pienamente capaci di intendere e volere e non avevano agito per denaro (una delle ipotesi è che volessero accedere all’ingente patrimonio della vittima), ma per giustificare “l’ego” e “la coesione del gruppo”, anche se la difesa di Silvia Zani – che sarebbe stata l’ideatrice del delitto insieme a Mirto – ha avanzato la richiesta di capacità “fortemente scemata”.