Forse di questa vicenda è soltanto una vittima, toccherà a chi di dovere accertarlo. Ma di sicuro i comportamenti che avrebbe tenuto sono ben lontani da quelli, alla base della dottrina cattolica, che è chiamato a promuovere con i fedeli.
Un sacerdote residente nel Basso Garda bresciano (ma appartenente alla diocesi di Verona), infatti, è finito al centro di una torbida vicenda fatta di sesso a pagamento e minacce. A riportarla è l’edizione odierna del Corriere della Sera.
Stando a quanto riporta il giornale, infatti, il prete sarebbe stato denunciato da un barista venezuelano di 31 anni per una vicenda iniziata nel 2020. I due si sarebbero conosciuti su Grindr (nota applicazione per incontri omosessuali) e avrebbero concordato prestazioni sessuali a pagamento.
Il prete inizialmente avrebbe regolarmente pagato il dovuto (circa 600 euro) con bonifico. Ma nel 2023, dopo una pausa, si sarebbe rifatto vivo: prima non avrebbe rispettato la promessa di pagare 400 euro, poi ne avrebbe assicurati – a vuoto – altri 1.200 per una nuova prestazione, consumata in un residence sul lago (un’occasione in cui il sacerdote avrebbe addirittura fumato del crack). Infine il sacerdote sarebbe addirittura arrivato a minacciare il 31enne.
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