L’ergastolo. E’ questa la pena che la Corte d’Assise di Brescia ha comminato a Paolo Vecchia, che il 13 settembre del 2021 uccise la moglie Giuseppina Di Luca.
La donna aveva lasciato il marito per andare a vivere ad Agnosine. Vecchia non aveva accettato la cosa e l’aveva trucidata con 40 coltellate, di cui una ventina alle mani (segno che la donna ha provato a difendersi).
I giudici hanno ritenuto l’omicidio pluriaggravato, escludendo solo la crudeltà e i maltrattamenti verso le figlie. Secondo la difesa si sarebbe trattato di un omicidio d’impeto, ma – ha ribattuto la pubblica accusa – Vecchia avrebbe premeditato il gesto, dando perfino istruzioni alle figlie sulla sua assenza e parlando di “quando sarebbe stato in prigione”.
Ora si attendono le motivazioni, anche per capire come siano conciliabili con quelle della sentenza del caso Carol Maltesi, il cui omicida – dopo averla presa a martellate, sgozzata e fatta a pezzi – è stato condannato a 30 anni.
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