Reggina ammessa alla B nonostante i debiti: insorgono le istituzioni dello Sport
Brescia sta a guardare, come spettatore interessato. Ma per il momento – dopo l’approvazione del piano di ristrutturazione del debito da parte del tribunale – ci sono poche speranze che la Reggina non riesca ad iscriversi al campionato di serie B.
La novità, però, è che le massime istituzioni sportive italiane hanno criticato duramente la decisione del tribunale che di fatto ha salvato il club calabrese consentendogli di evitare il fallimento e di pagare una quota minima dei suoi debiti.
“Il caso Reggina va esattamente nella direzione opposta dell’equa competizione – ha detto il ministro per lo Sport Andrea Abodi – il club ha utilizzato una norma dello Stato che non risponde alle norme dell’ordinamento calcistico sulla possibilità del club di differire i pagamenti sfruttando il concordato concesso dal tribunale fallimentare”. “Non è un caso – una incalzato – che qualcuno sia andato in Lega Pro o non sia stato ammesso ai play off avendo pagato tutto e tutti e non avendo comprato giocatori, mentre la Reggina ha fatto acquisti e se l’è cavata con il 5% di debiti fiscali. È un provvedimento che rispetto ma non condivido”.
Duro anche il presidente della Figc Gabriele Gravina: “Il cosiddetto caso Reggina è stato possibile perché le leggi dello Stato non sono coerenti con il più stringente quadro normativo federale. Ho chiesto al ministro Abodi di agire prontamente per impedire che le leggi dello Stato rendano vani gli sforzi della Figc a difesa dell’equilibrio competitivo del sistema calcio. Sull’argomento è bene fare chiarezza”.
Parole dure. Ma per il momento soltanto parole, che difficilmente potranno cambiare la situazione per l’anno in corso.