L’esito della partita giocata nella serata di ieri allo stadio Rigamonti che ha di fatto condannato Le Rondinelle alla retrocessione in Serie C non è piaciuta ai tifosi biancoazzurri. Gli ultrà, che già avevano dato libero sfogo durante la gara lanciando fumogeni nell’area del Cosenza, hanno alzato il tiro e la contestazione è diventata violenza. Non solo fumogeni lanciati in giro, nei parcheggi e nelle strade nei dintorni dello stadio, insulti a Cellino e alla squadra, ma anche minacce con un coltello rivolte ad un giocatore, due steward feriti ed un’invasione di campo a meno di un minuto dalla fine del match che ne haMina decretato la sospensione e in sostanza la chiusura dei giochi.
Scene che da anni non si vedevano allo stadio Rigamonti, ma che ancora rimangono nella memoria dei bresciani quando il quartiere di Mompiano veniva praticamente blindato. Le forze dell’ordine sono state costrette a tentare di contenere l’ira dei tifosi, che si sono scagliati contro tutto, dando fuoco all’automobile di un calciatore del Brescia, danneggiando le vetrine del negozio della squadra, lanciando pietre nel parcheggio contro i veicoli di calciatori, ospiti e autorità. Cinque le persone fermate nel dopo match e una conta dei danni che di certo non fa onore alla città.
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