▼ Lago di Garda mai così basso da 70 anni, gli albergatori: “No allarmismi”

Un livello dell’acqua così basso nel bacino del lago di Garda, il più grande lago italiano, non lo si vedeva da 70 anni, ovvero dal 1953. I dati registrati dal satellite Sentinel-2, nell’ambito dell’Osservatorio europeo sulla siccità del programma Copernicus, gestito dalla Commissione Europea e dall’Agenzia Spaziale Europea,  riferiscono che l’acqua si trova ora a 45,8 centimetri sopra lo zero idrometrico (la quota sul livello medio del mare stabilita come riferimento convenzionale per questo bacino, rispetto ad una media di 109 centimetri degli ultimi 70 anni).

La preoccupazione è alta, in quanto il Benaco rappresenta un serbatoio di acqua dolce fondamentale per l’agricoltura e non solo: a rischio è anche l’approvvigionamento per le comunità locali, il turismo e la navigazione.

Nonostante ciò le associazioni di categoria Federalberghi Brescia, Federalberghi Garda Veneto e Associazione Albergatori e Imprese Turistiche della Provincia di Trento (che rappresentano – si legge in un comunicato congiunto – più di 1200 strutture alberghiere sparse su tutto il lago di Garda, per un totale di oltre 50mila posti letto, un fatturato vicino al miliardo di euro e un indotto pressoché incalcolabile) chiedono un “netto cambio di rotta nella comunicazione della situazione idrica sul lago di Garda per evitare fake news, inutili allarmismi e soprattutto un notevole danno di immagine per tutta la destinazione”. E

«Il lago di Garda – commenta Alessandro Fantini, presidente di Federalberghi Brescia – è un territorio prezioso che si trova suddiviso fra tre province, ma nella percezione del turista è un’unica realtà. […] è necessario che tutto il territorio sia accogliente, dagli eventi  alla viabilità, dalla salubrità delle acque alla gestione della depurazione. A volte non siamo aiutati da chi deve prendere le decisioni e non si rende conto che certe disattenzioni possono arrecare un danno importante ad un comparto come quello turistico, di  straordinaria importanza  sia in termini diretti che indiretti. Questo vale anche per la comunicazione che deve essere il più possibile obiettiva, senza la continua ricerca di pathos».

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