🔴 Civile e Poliambulanza al top per numero di parti: più del 16% sono cesarei
Sul calo dei nuovi nati e sulla riduzione dei ricoveri per parto, scesi entrambi sotto la soglia dei 400 mila, la pandemia da Covid-19 non ha praticamente influito secondo quanto riporta il PNE 2022 relativo al 2021. A contrarsi è anche il numero dei punti nascita, scesi a 442. Solo un terzo circa di essi nel 2021 supera i 1000 parti annui mentre poco meno di un terzo oltrepassa i 500, soglia minima fissata dalle autorità per il loro mantenimento. A diffondere i dati il portale Dovemicuro.
GLI OSPEDALI CON PIU’ NASCITE
A conquistare le prime cinque posizioni sono l’Ospedale Sant’Anna – A.O.U Città della Salute e della Scienza di Torino, la fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, il Policlinico Casilino di Roma – Eurosanità, il Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma e l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo – ASST Papa Giovanni XXIII.
In base ai dati Istat, in Italia nel 2021 si è scesi per la prima volta sotto la soglia psicologica dei 400 mila nuovi nati. Quanto ai ricoveri per parto, se ne sono registrati appena 398.506 (fonte: PNE 2022). Ormai da tempo si assiste al loro progressivo calo, un trend su cui l’avvento della pandemia da Covid-19 non ha praticamente influito, spiegano gli autori del report. Il crollo di questi eventi, secondo gli analisti, va addebitato piuttosto a una denatalità persistente da oltre 30 anni e alla conseguente contrazione del numero di donne in età fertile a cui si sommano scarse politiche a sostegno della famiglia.
A calare sono anche i punti nascita, che da 475 nel 2019 sono passati a 442 nel 2021. Ma in quali di questi si sono registrate più nascite?
I 15 punti nascita più performanti per volume di parti
- Ospedale Sant’Anna – A.O.U Città della Salute e della Scienza di Torino (n° parti: 6964) (cesarei: 16%) (VBAC: 24,8%)
- Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano (n° parti: 5949) (cesarei: 27,5%) (VBAC: 7,2%)
- Policlinico Casilino di Roma – Eurosanità (n° parti: 4631) (cesarei: 31,26%) (VBAC: 9,19%)
- Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma (n° parti: 4126) (cesarei: 20,17%) (VBAC: 9,88%)
- Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo (n° parti: 4000) (cesarei: 11,6%) (VBAC: 18,82)
- Ospedale San Pietro di Roma – Fatebenefratelli (n° parti: 3934) (cesarei: 29,63%) (VBAC: 4,12%)
- Ospedale San Giovanni Calibita di Roma – Fatebenefratelli (n° parti: 3393) (cesarei: 27,97%) (VBAC: 13,87%)
- Ospedale Maggiore C.A. Pizzardi di Bologna – AUSL Bologna (n° parti: 3287) (cesarei: 15,12%) (VBAC: 17,92%)
- Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi di Milano – ASST Fatebenefratelli Sacco (n° parti: 3248) (cesarei: 9,73% (VBAC: 23,08%)
- Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze (n° parti: 3139) (cesarei: 12,88%) (VBAC: 16,67)
- Presidio Ospedaliero Spedali Civili di Brescia – ASST Spedali Civili (n° parti: 3060) (cesarei: 16,05%) (VBAC: 21,34%)
- Policlinico di Modena (n° parti: 2984) (cesarei: 16,92%) (VBAC: 26,45%)
- Fondazione Poliambulanza di Brescia – Istituto Ospedaliero (n° parti: 2910) (cesarei: 18,46%) (VBAC: 24,53%)
- Azienda Ospedaliera di Padova (n° parti: 2898) (cesarei: 23,72%) (VBAC: 19,7%)
- Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli (n° parti: 2757) (cesarei: 29,97%) (VBAC: 5,45%)
(Le percentuali riportate si riferiscono ai dati del PNE aggiustati*).
Solo il 32,1% dei punti nascita supera i 1000 parti annui
Tra i punti fermi per valutare la sicurezza di una struttura c’è la soglia minima fissata dalle autorità ministeriali – con l’Accordo Stato Regioni del 2010 ripreso nel DM 70/2015 – di 1000 parti annui. A rispettarla, nel 2021, sono 142 punti nascita, pari al 32,1% delle strutture nazionali che, da sole, coprono il 63,3% dei parti totali.
Il 31% degli ospedali non oltrepassa i 500 parti annui
Nel 2021, 137 maternità, pari al 31% del totale, non superano i 500 parti annui (soglia minima per il mantenimento dei punti nascita): questi centri coprono appena il 6,9% della casistica nazionale. Nel 2020 i punti nascita che non superavano il tetto erano 141 per un valore corrispondente di casistica pari al 6,8%.
Rispetto degli standard sui cesarei: i dati sono in lieve miglioramento rispetto al 2020
Il DM 70/2015 fissa una soglia massima di tagli cesarei primari pari al 25% per i punti nascita sopra i 1000 parti annui e al 15% per quelli sotto i 1000 parti annui. A rispettare lo standard nel 2021 sono il 69,7% dei centri sopra i 1000 parti annui e il 14,1% di quelli sotto (escludendo i centri che non superano i 500 parti annui interessati da un elevato ricorso del taglio cesareo): questi dati sono in lieve miglioramento rispetto al 2020, quando le percentuali si attestavano rispettivamente al 62,8% e al 10,1%. Benché la proporzione di parti con taglio cesareo primario sia fortemente diminuita rispetto ai primi anni Duemila – quando era intorno al 40% -, le percentuali osservate nell’ultimo periodo rimangono però ancora al di sopra della soglia indicata dall’OMS del 10-15%, che garantisce il massimo beneficio complessivo per la madre e il bambino”, commentano gli autori del PNE 2022.
Parti vaginali in donne con pregresso cesareo
La quota (mediana) di VBAC (Vaginal Birth After Cesarean) – parti vaginali dopo pregresso cesareo – in Italia, nel 2021, è pari a 6,7%: in lieve aumento rispetto agli anni precedenti. Si tratta di un altro indicatore che consente di valutare la qualità dell’assistenza erogata nei punti nascita.