Prima la partita sospesa per rissa. Poi l’amara sorpresa di essere stata dimenticata, da sola, nello stadio chiuso. Protagonista dell’accaduto è un giovane arbitro donna che lo scorso 4 febbraio era stata assegnata alla sfida tra Darfo e Carpenedolo, valida per la categoria Juniores Under 19.
Un match partito male e finito ancora peggio. Al 26′ del secondo tempo si è verificata una rissa che – si legge nel referto – “vedeva coinvolti la quasi totalità dei calciatori presenti in campo nonché dei dirigenti di entrambe le società che si spingono e picchiano a vicenda”. Da qui la decisione di sospendere l’incontro.
Ma all’uscita, l’arbitro è stata circondata dai giocatori di entrambe le società, che contestavano la sua decisione. Poi è “rientrata piangente nello spogliatoio senza che alcuno si curasse della sua persona” e a fine gara “non trovando nessuno si rendeva quindi conto di essere stata abbandonata e chiusa all’interno dell’impianto”.
Entrambe le società sono state sanzionate con la sconfitta a tavolino, oltre a delle ammende economiche: multa di 200 euro per il Carpenedolo e di 300 per il Darfo, reo anche di “inidonea assistenza all’arbitro a fine gara”.
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