🔴 Invasione di cinghiali, sul Sebino in azione le prime “sentinelle” degli agricoltori
Contro l’assedio dei cinghiali nelle campagne lombarde entrano in azione le prime sentinelle delegate dagli agricoltori. Lo rende noto, con un comunicato, Coldiretti Brescia nell’annunciare che l’azienda agricola Leonardo a Sale Marasino è stata la prima in Lombardia autorizzata a incaricare due operatori – cacciatori – abilitati per il controllo degli ungulati sui terreni di sua proprietà (una novità recentemente introdotta dalla Regione).
“Un ringraziamento particolare all’assessore Fabio Rolfi e al dirigente Franco Claretti di Regione Lombardia che hanno dimostrato grande sensibilità nell’ascoltare le richieste dei singoli agricoltori nei comuni appartenenti al comprensorio caccia C5 – precisa Nadia Turelli titolare dell’azienda agricola Leonardo e vice presidente di Coldiretti Brescia – questa opportunità insieme alla caccia in braccata e alla caccia in selezione, darà un aiuto concreto a salvaguardare i terreni e le relative colture oltre ad essere fondamentale per la sicurezza dell’ intera comunità. Un ringraziamento doveroso anche al commissario capo della polizia provinciale Claudio Porretti che, insieme ai colleghi Dario Saleri, Antonio Galli e Gianluca Cominini sono stati fondamentali per l’attuazione non semplice del decreto”.
In questo modo – continua Coldiretti Brescia– trova applicazione la delibera approvata solo pochi mesi fa dalla Regione che testimonia l’attenzione all’emergenza selvatici e che consente agli agricoltori che subiscono danni alle coltivazioni causati dai cinghiali di presentare ai competenti corpi di polizia una richiesta di autorizzazione per due operatori abilitati e di fiducia per il controllo selettivo degli ungulati sui propri terreni.
“Si tratta di un passo avanti importante – afferma Valter Giacomelli presidente di Coldiretti Brescia – che arriva in un momento in cui è massima l’allerta per la diffusione della peste suina, questo virus rappresenta infatti una grave minaccia per gli allevamenti e il rischio dell’espandersi del contagio dentro alle stalle rappresenterebbe un danno gravissimo soprattutto in provincia di Brescia dove è allevato il 15% dei maiali italiani per un totale di 1milione e trecentomila capi”.
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