Si fanno sempre più gravi le conseguenze dei roghi che negli scorsi giorni hanno divorato decine e decine di ettari di boschi e vegetazione sui monti bresciani e che si aggiungono ai pesanti danni causati dagli incendi che avevano già tenuto impegnati i vigili del fuoco sul monte Maddalena, nelle aree verdi sopra Botticino, in ValCamonica e in ValTrompia.
Secondo quanto comunicato dai Vigili del fuoco ieri mattina – nel sesto giorno consecutivo di lotta ai roghi – erano ancora tre i fronti sui quali si lavorava: in primo luogo in Val Vestino, dove le fiamme hanno distrutto 130 ettari di vegetazione e dove è stato necessario l’intervento di un Canadair della flotta aerea nazionale e due elicotteri del servizio antincendio regionale. Qui hanno operato due D.O.S. (Direttore Operazioni di Spegnimento) dei Vigili del fuoco e una squadra di terra con un modulo antincendio e un’autobotte, insieme ai volontari dell’Antincendio Boschivo.
A Sonico, invece, le fiamme avrebbero divorato 100 ettari di vegetazione. Anche qui oltre a tre mezzi aerei, un Canadair della flotta aerea nazionale e due elicotteri del servizio antincendio regionale, avrebbero lavorato a terra due moduli antincendio dei Vigili del fuoco con cinque operatori e i volontari dell’Antincendio.
A Vezza D’Oglio sono 150 gli ettari di vegetazione andati in fumo.
Una situazione davvero complessa e che purtroppo provoca pesanti ripercussioni sul territorio bresciano. Ormai non restano dubbi sulla natura dolosa degli incendi e le indagini su chi possa compiere il gesto scellerato di appiccare le fiamme sono sempre più serrate. Intanto, però, nonostante il duro lavoro dei Vigili del fuoco e di chi da giorni combatte contro gli incendi, il timore che i piromani possano nuovamente entrare in azione e che le lingue di fuoco possano lambire le abitazioni si fa anche più concreto.
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