La variante Delta è quasi sparita dall’Italia, sostituita dalla Omicron. E si registrano anche i primi casi della cosiddetta sottovariante 2. A confermarlo sono i dati diffusi nelle scorse ore dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) dopo le analisi effettuate in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità sui tamponi dello scorso 31 gennaio.
La variante Delta, che pochi mesi fa rappresentava la totalità dei casi è sostanzialmente sparita (è all’1,2%). Resiste solo a Vicenza, dove è quasi al 5 per cento, ma anche qui la quota rispetto al totale è in continuo calo: basti pensare che il 3 gennaio la Delta era al 66 per cento e il 17 al 95 per cento. Nella maggioranza delle province venete la Omicron è alla base del 100 per cento dei casi.
La Omicron, va precisato, ha quattro sottovarianti note, denominate BA.1, BA.1.1, BA.2 e BA.3. Le prime due linee sono sostanzialmente pari, con una percentuale vicina al 50 per cento ciascuna. La 3 non ha fatto registrare casi in Italia, mentre nella rilevazione del 31 gennaio sono stati rilevati 8 casi della 2, che è già dominante in alcuni paesi (come la Danimarca). Non ci sono evidenze scientifiche che tale sottovariante sia più pericolosa rispetto alle altre, soprattutto per i vaccinati.
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