Confermato il finanziamento pubblico di 359 milioni di euro per la realizzazione della linea tram T2 a Brescia e dopo l’annuncio dell’avvio della progettazione definitiva ed esecutiva dell’opera (con il coinvolgimento dei Consigli di Quartiere, dei residenti e degli operatori economici situati sulle vie e piazze interessate dalla nuova infrastruttura), il caso fa già discutere.
Tra chi vuol far sentir subito la propria voce Legambiente, che fa sapere: “Se, come previsto nel progetto di fattibilità, il tram viaggerà per il 70% del suo tracciato su sede propria, è presumibilmente che sottrarrà spazio alle automobili e questo a nostro avviso non può che essere un bene per la città. Per il corretto funzionamento dell’infrastruttura ci preoccupa quel 30% che sarà su sede promiscua con il traffico veicolare.”
L’associazione, plaudendo all’attrattività del trasporto pubblico e alla velocità e puntualità che ne contraddistinguono il servizio grazie a mezzi sempre più tecnologici, continua infatti a esprimere perplessità riguardo alle abitudinarie caratteristiche della mobilità bresciana.
“Perché il tram sia effettivamente utile alla città – dichiara Legambiente – non ci si può accontentare della previsione di una riduzione del traffico del 3,3% al 2032 come indicato nel progetto di fattibilità. Chiediamo alla Giunta, questa e quella che gli elettori sceglieranno nel 2023, più coraggio nella transizione in chiave ecologica della città.”
La richiesta, che tiene conto della rete di trasporto pubblico che verrà a crearsi nel prossimo futuro sul territorio bresciano – con metropolitana, tram e lo sviluppo di linee ferroviarie maggiormente efficienti -, si traduce nella proposta di “adozione di misure quasi a costo zero”. L’elenco include:
Fondamentale, inoltre, “che il BICIPLAN, in corso di stesura, venga concretamente finanziato ed attuato secondo un programma pluriennale chiaro e rispettato” e che “venga attivato un ufficio di Mobility Management di area all’altezza delle sfide di un agglomerato urbano di più di mezzo milione di residenti.”
Si tratterebbe dunque, per Legambiente, di “un’occasione perfetta per un cambiamento deciso per una mobilità sostenibile e una significativa riduzione delle emissioni di Co2 a salvaguardia della salute di tutti”.
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