A nord-ovest della città di Brescia e a sud del lago d’Iseo, il territorio di Provaglio d’Iseo fu abitato già nella Preistoria: alcuni reperti rinvenuti in quella che oggi è la Riserva naturale delle Torbiere fanno infatti pensare che lì esistesse un antico villaggio palafitticolo. In seguito, Provaglio fu insediamento romano e poi luogo di passaggio per i mercanti oltre che zona di lavoro agricolo. Nei secoli successivi, quando Veneti e Austriaci dominarono molti territori bresciani, Provaglio non fu particolarmente coinvolto. Oggi nella zona si mantiene la tradizione delle colture di viti e ulivi, ma il paese è frequentato soprattutto per il Monastero di San Pietro in Lamosa e per la già citata Riserva naturale delle Torbiere.
Secondo alcuni studiosi il luogo in cui sorge il Monastero fu sede, nell’XI secolo, di culti pagani e cristiani. Nelle epoche successive una piccola chiesetta lì costruita da due fratelli longobardi divenne proprietà dei monaci dell’abbazia di Cluny che ne fecero un monastero poi acquisito dai canonici regolari di san Salvatore di Brescia. All’interno del complesso – la chiesa e la cappella antistante sono oggi affidate alla parrocchia del paese – tra le altre opere un significativo ciclo di affreschi sulla Vita di Gesù del XVI secolo ma di autore sconosciuto.
Palazzo Francesconi ospita oggi il Municipio di Provaglio. L’edificio è frutto di più costruzioni erette su un’antica struttura medievale. Elementi architettonici, edilizi e stilistici confermano che si trattasse di una sede di prestigio, forse una casa di campagna di una ricca famiglia. In seguito la dimora signorile fu rimaneggiata e adattata ai gusti delle epoche più recenti fino ad assumere le sembianze odierne che esaltano tutte le stratificazioni della costruzione.
Particolarmente frequentata dagli abitanti della zona, la Chiesa della Madonna della Ceriola fu eretta nel XVI secolo. Dedicato all’annunciazione della Madonna, l’edificio religioso fu in seguito chiamato Chiesa della Madonna del Corno per la sua posizione in altura. In molti, però, hanno ripreso ad usare l’antico nome.
L’area della riserva, in gestione ad un Consorzio e parzialmente in contatto con il lago d’Iseo, si estende per 360 ettari: si tratta della “zona umida più significativa per estensione ed importanza ecologica della provincia di Brescia”. Tra canneti e specchi d’acqua, vasche e campi coltivati potrete ammirare specie vegetali e animali di sicuro interesse, oltre che godervi rilassanti passeggiate immersi in un ambiente del tutto unico.
Le origini della Chiesa di San Bernardo sembrano risalire sino al Quattrocento: allora l’edificio inglobò una torretta di guardia che era stata costruita sulla strada di collegamento tra Brescia e Iseo. In seguito la Chiesa fu ristrutturata e ad essa venne affiancato un campanile. Ancora oggi custodisce quattro affreschi del 1500 raffiguranti il martirio del Beato Simonino da Trento.
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