dal Bresciano al bar* – Pota! Che caos queste elezioni provinciali. Già il cittadino medio non ci capisce niente (“ma non le avevano abolite?”) e non sa nemmeno lontanamente cosa è un ente di secondo livello. Già il cittadino medio non sa il nome del presidente della Provincia (e spesso di molte altre cose che dovrebbe sapere). Già che il sistema di voto ponderato – all’etto ma calcolando il peso specifico prima (tipo che un chilo di salame ha un peso ponderato diverso dalla grappa…) – e il sistema di distribuzione dei seggi li misurano tecnicamente in pochi anche tra gli esperti. Poi di mezzo ci si mette pure la politica.
La spiego semplice-sempre, ci provo almeno. Se il centrodestra prende nove consiglieri vince, se ne perde otto pareggia (ma perde, perché non cambia nulla), se ne prende sette perde. Ma pare che non possa prenderne solo sette, a sentire quelli che ne sanno. Il problema è se ne prende nove. Che succede in quel caso al presidente della provincia? Al bar dicono che il centrodestra non lo farà cadere, ma di certo chiederà qualcosa (deleghe, provvedimenti etc). La provincia è “la casa delle istituzioni” e la politica sta in parte fuori, dicono, ma come potrebbe lavorare un presidente del Pd con un’eventuale maggioranza Salvini-Meloni-Berlusconi? Pota, questa è una bella domanda da farsi al bar. La risposta non ce l’ho, ma non vorrei trovarmi nei panni del centrosinistra quel giorno (se mai verrà).
Fantapolitica da bar, roba da dire solo dopo aver finito di commentare i risultati del lunedì della Gazzetta. Certo. Ma a me viene il mal di testa a pensarci e – garantisco – non è colpa del pirlo.
* Rubrica bresciana di opinioni, attualità, satira e altro. In parole povere (PER LE PUNTATE PRECEDENTI CLICCA QUI)
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