Nascondere 300 tonnellate di alluminio, sperando di farla franca, non è un’impresa facile. E venerdì le forze dell’ordine lo hanno confermato, denunciando un imprenditore bresciano di 54 anni e due presunti complici per ricettazione.
L’alluminio (256 pile di lingotti) era stato sottratto alla ditta Profilglass di Fano (Pesaro Urbino) e aveva un valore di mercato di circa un milione di euro.
Il materiale era arrivato all’interporto di Rivalta Scrivia (in provincia di Alessandria, anche se la struttura è nota come l’interporto di Genova) da Singapore e il trasporto verso le Marche era stato affidato a una ditta di Urbania, che lo aveva subappaltato a due società poi risultate fittizie e riconducibili a campani già noti alla giustizia. Queste aziende avevano mandato sul posto 14 tir, ma il materiale non era mai arrivato a Fano.
Tutto – dopo un lavoro d’indagine partito dalle targhe dei camion utilizzati – è stato ritrovato alle porte della città di Brescia, a Mazzano, e sulla provenienza del materiale non ci sono dubbi, visti i numeri identificativi dei lingotti. Inoltre le forze dell’ordine stanno indagando anche sulla provenienza di altri beni trovati nei magazzini.
Secondo quanto informa una nota dei carabinieri, infatti, nel magazzino sono stati trovati 22 bancali di vino per un valore di 46mila euro, rubati a un’azienda vinicola trentina, e 18 lotti di barre d’acciaio (24 tonnellate) per un valore di 36mila euro, rubati ai danni di una ditta emiliana.
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