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🟢 Spiranti, l’ingegnere che sorveglia il territorio bresciano dal cielo

La sua è un’attività decisamente particolare, che mescola elevate competenze tecniche e l’utilizzo di strumentazioni all’avanguardia. Una professione “nuova”, che non conosce crisi e che negli ultimi anni lo ha portato a collaborare con numerose aziende bresciane, ma anche con diversi enti pubblici per monitorare e gestire i problemi del territorio.

Parliamo di Federico Spiranti, giovane ingegnere edolese e fondatore di una realtà  AF Drones, con la passione della tecnologia e dei social. Soltanto poche settimane fa – per citare l’ultimo esempio – le autorità hanno chiesto il suo supporto per  monitorare e gestire una situazione che, per puro caso, non ha provocato vittime. Il fiume Oglio, infatti, è esondato lungo la Statale 42, tra Monno ed Edolo, trasformando la strada in un torrente.

Lo abbiamo intervistato per “fotografare” il problema e chiedergli quali sono le soluzioni possibili di fronte all’incremento dei danni causati da eventi naturali anche sul nostro territorio.

Federico Spiranti al lavoro, foto da ufficio stampa

DOMANDA – Ingegner Spiranti, in cosa è consistito principalmente il suo lavoro in quel caso specifico? Quanto è stato decisivo l’utilizzo professionale dei droni per monitorare la situazione?

RISPOSTA –Il pronto intervento è iniziato la sera stessa dell’alluvione per visionare e valutare dall’alto i pericoli imminenti e i danni causati. La tempestività in queste circostanze è fondamentale. Sicuramente usare la tecnologia come quella dei droni consente di ispezionare in tempi brevi vaste porzioni di territorio e soprattutto senza mettere a repentaglio la vita umana. Sempre più spesso vengono scelte tecnologie di questo tipo per rendere l’intervento più efficace e celere. Nei giorni seguenti, si è instaurato un tavolo tecnico per affrontare il problema e – grazie alla sinergia con il sindaco di Edolo Luca Masneri, che coordinava i tre comuni coinvoli (Edolo Monno e Incudine) – siamo riusciti ad effettuare un sopralluogo sia fisico che con i droni di tutta la Valle Finale per individuare porzioni di materiale pericoloso lungo tutto l’alveo. Si è riscontrato ovviamente un deposito ed una sedimentazione rilevante lungo tutto il letto del fiume che dovrà essere rimossa per evitare ulteriori frane e smottamenti. Sicuramente la realizzazione di una briglia appositamente dimensionata ridurrà notevolmente il rischio idrogeologico di tutta quest’area.

Un drone per monitorare il territorio dall'alto, foto da Federico Spiranti
Un drone per monitorare il territorio dall'alto, foto da Federico Spiranti
Un drone per monitorare il territorio dall'alto, foto da Federico Spiranti

DOMANDA – Ma come si spiega tecnicamente quanto è accaduto?

RISPOSTA – Da qualche anno ormai sono entrate in vigore, nelle diverse regioni italiane, specifiche normative per ottemperare al principio dell’invarianza idraulica. Quando piove su una superficie naturale una parte dell’acqua caduta viene assorbita, una parte viene accumulata nei piccoli invasi superficiali, una parte evapora e la parte eccedente tende a ruscellare verso i vicini corsi d’acqua o verso le limitrofe reti di drenaggio. In tale configurazione una quota importante s’infiltra nel terreno e solo una parte ruscella a valle e viene convogliata nei corpi idrici recettori. Riducendo la superficie permeabile a causa dell’organizzazione incontrollata o a causa delle forti piogge improvvise si riduce la quantità d’acqua che viene assorbita dal terreno, si riducono i volumi di invaso e si riduce il tempo di corrivazione, ovvero il tempo che impiega l’acqua a ruscellare verso il recapito finale. Tutto questo genera un aumento importante delle portate defluenti ed un anticipo del picco di piena.

DOMANDA – Gli eventi climatici avversi sono sempre più frequenti anche nella nostra provincia e molto spesso provocano danni significativi.  Cosa potrebbero fare di più, sul versante tecnico, le istituzioni – anche locali – e i privati per prevenire meglio questi rischi ed evitare che eventi come quello di agosto si ripetano lungo il tratto camuno dell’Oglio?

RISPOSTA – Il Dissesto Idro-Geologico è sempre più frequente. Le frane e le alluvioni continuano a susseguirsi da nord a sud del Paese, un fenomeno aggravato dai cambiamenti climatici in atto. Vanno quindi promossi interventi per restituire spazi ai corsi d’acqua, anche attraverso interventi di delocalizzazione delle strutture presenti in aree a rischio, favorire l’esondazione naturale dei fiumi, incrementare la permeabilità dei suoli, laddove è stata compromessa, mantenere quanto più possibili le condizioni di naturalità degli ecosistemi che sono anche garanzia di una migliore risposta agli eventi climatici estremi.

Negli ultimi cinquant’anni il territorio della Valle Camonica è stato oggetto di drastiche trasformazioni ed ha subito modificazioni imponenti, in concomitanza con il crescente sviluppo dell’industrializzazione, l’aumento della popolazione nelle zone urbanizzate ed il conseguente ampliamento di queste ultime. L’entità dei danni provocati alla popolazione ed al territorio dagli eventi temporaleschi e dalla frequenza con cui tali disagi si ripropongono nel tempo ha reso urgente e indispensabile la definizione dello stato delle opere di difesa del suolo e la programmazione di nuove opere con la precisa finalità di riduzione del rischio.

Vanno realizzate opere contro il dissesto idrogeologico il più presto possibile come opere di ripristino, contenimento, messa in sicurezza e consolidamento su tutto il territorio. Sicuramente lo scalzamento delle difese sponda oggi è un problema estremamente rilevante come si è già visto in Val rabbia in Comune di Sonico (Bs) nel 2006 e nel 2012.  Vanno realizzarle opere di mitigazione di rischio idrogeologico che riguardano opere di varia natura ed interessano soggetti diversi. Opere fondamentali per prevenire emenrgenze e disastri naturali alle quali oggi vediamo tutti sotto i nostri occhi i risultati. queste opere dovrebbero avere priorità regionali e nazionale. Ci vorrebbe un drastico cambio di passo. Intervenire sulla sicurezza del territorio è fondamentale soprattutto in una zona fragile come la nostra provincia

DOMANDA – Il suo lavoro non è solo quello di gestire emergenze come quella di Edolo. Di cosa altro si occupa?

RISPOSTA – Il mio lavoro, con AF Drones, è quello di gestire in maniera diversa e più efficiente le sfide del quotidiano. Crediamo nel pensiero diverso e non convenzionale. Sfidiamo quotidianamente lo status quo creando servizi all’avanguardia, ben progettati e specifici per i nostri clienti. Aiutiamo i professionisti semplificando il loro lavoro, facendo risparmiare tempo e molte volte anche denaro. La nostra mission è aiutare e portare un beneficio tangibile. Ecco perché i nostri servizi sono così ambiti e diversi dalla concorrenza. Nel nostro piccolo lavoriamo oggi per un mondo migliore domani. Nello specifico, AF Drones si occupa di rilievi fotogrammetrici con drone, lidar e laser scanner. Grazie a queste tecnologie ti prendiamo per mano e ti portiamo a diventare il professionista 4.0 del domani.

l fiume Oglio esonda lungo la Statale 42, tra Monno ed Edolo, immagine da Federico Spiranti
l fiume Oglio esonda lungo la Statale 42, tra Monno ed Edolo, immagine da Federico Spiranti
l fiume Oglio esonda lungo la Statale 42, tra Monno ed Edolo, immagine da Federico Spiranti

 

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Redazione BsNews.it

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