Ci sono anche società bresciane tra le 20 coinvolte a vario titolo, insieme a 13 soggetti, nel sodalizio criminale – smantellato nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Padova – dedito alla truffa e la cui attività illecita era divenuta oggetto d’indagine già nel 2020 proprio in seguito al sequestro di beni per oltre 1,2 milioni di euro in un capannone di Brescia.
Grazie all’assistenza di due professionisti (uno padovano, l’altro catanese), l’organizzazione – che aveva individuato due strutture, apparentemente floride, site nelle zone industriali di Sant’Elena (Pd) e Carmignano di Brenta (Pd), quali basi logistiche – alterando i dati di bilancio e individuando prestanome insospettabili, rigenerava aziende di fatto inattive al solo scopo di renderle appetibili al mercato e poter avviare collaborazioni commerciali per approvvigionarsi di significativi quantitativi di merce.
Tale modus operandi consentiva alle società di risultare “in salute” all’atto della valutazione finanziaria operata dai fornitori per verificare la solvibilità dei propri clienti e di beneficiare così di condizioni di pagamento vantaggiose, tra cui dilazioni di pagamento anche superiori ai 90 giorni. Le imprese facevano quindi incetta all’ingrosso di prodotti agroalimentari, edili ed elettronici, che puntualmente non venivano pagati, adducendo motivazioni legate alle difficoltà connesse al periodo di lockdown, o venivano saldati utilizzando mezzi di pagamento “falsi” (assegni scoperti o bonifici bancari immediatamente annullati). I prodotti “acquistati”, che sostavano nelle basi operative il tempo strettamente necessario per organizzare logisticamente il loro successivo trasferimento, venivano quindi trasportati nel capannone scoperto nel bresciano e poi distribuiti. Le aziende fornitrici danneggiate sarebbero una sessantina.
A conclusione dell’attività d’indagine, il Gip del Tribunale di Rovigo ha emesso tre misure cautelari personali nei confronti dei vertici del sodalizio eseguite contestualmente a una serie di perquisizioni locali, che hanno permesso di sequestrare, in due capannoni industriali siti nella provincia di Brescia, ulteriori beni prodotto della truffa. Le Fiamme Gialle – nel corso delle perquisizioni effettuate presso l’indirizzo di residenza del promotore dell’associazione, un lussuoso appartamento in locazione del valore di oltre un milione di euro, sito in uno dei quartieri più esclusivi di Milano – hanno rinvenuto (benché costui risultasse nullatenente) tre autovetture di lusso ed elementi d’arredo di altissimo valore: tra questi spiccano alcune gigantografie ritraenti Tony Montana, interpretato da Al Pacino nella nota pellicola di Brian De Palma, protagonista del film cult “Scarface”. Da qui il nome dell’operazione.
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