RIMINI (ITALPRESS) – “Gran parte dei lavori che ci saranno tra 40 anni nemmeno li conosciamo, per immaginarli c’è bisogno di uno sforzo di proiezione al futuro molto complesso. Il World Economic Forum ha fatto una lunga analisi con le più grandi aziende del mondo chiedendo quali fossero i fattori limitanti per lo sviluppo e tutti hanno messo al primo posto il fatto di non capire in tempo utile i cambiamenti tecnologici reversibili”. Così Roberto Cingolani, Ministro della Transizione ecologica durante il talk “Il lavoro che verrà. I lavori che verranno” a cura di Fondazione per la Sussidiarietà al meeting di Rimini. “Probabilmente gli artigiani rimarranno, così come i lavori non di routine sia mentale che manuale, lì dove c’è quel valore che nemmeno l’intelligenza artificiale può aggiungere o per lo meno a un costo accettabile, serviranno sempre e si impreziosiranno – ha aggiunto Congolani – Invece spariranno molti lavori di routine sia manuale che cognitiva, parliamo di decine di milioni di posti in Europa e che al momento non vengono sostituiti. Nasceranno nuove esigenze, quella di gestire i cloud di memoria, materiali di nuova generazione, tutte cose che oggi non esistono e che vanno create, nemmeno il sistema formativo è pronto a costituire queste figure”.
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