Nove ordinanze di custodia in carcere, 2 arresti domiciliari e 6 obblighi di firma. E’ questo il bilancio della maxioperazione condotta dalla Guardia di Finanza di Vicenza nei confronti di un sodalizio accusato di aver emesso fatture false per accedere indebitamente ai contributi Covid ed evadere le imposte.
L’indagine è partita mesi fa ed è arriva al dunque nelle scorse ore, quando sono stati mobilitati ben 150 agenti – tra le province di Vicenza, Padova, Brescia e Milano – per le notifiche delle misure cautelari. Ai vertici – secondo l’accusa – c’era una coppia residente in provincia di Padova, ma attiva nel Vicentino: un uomo nato a Rovato nel 1958 (M.G.) e la moglie. Secondo l’accusa avevano costituito una serie di società con cui emettevano fatture per operazioni inesistenti (parliamo di una trentina di milioni di euro), portandole poi al fallimento.
Complessivamente sono state confiscate nove società e beni per 2,5 milioni di euro. Numerose delle persone coinvolte – a vario titolo – nell’indagine sono originarie o residenti nel Bresciano: E.G. (nato a Rovato nel 1958 e residente a Coccaglio), L.P. (nato a Pisogne nel 1957 e residente a Paspardo), L.L. (nato a Rovato nel 1969), A.B. (nato nel 1977 e residente a Roccafranca), M.M (nato a Brescia nel 1969 e residente a Coccaglio), R.T. (nato nel 1962, residente a Roncadelle), E.G. (nato a Iseo nel 1987 e residente a Cazzago) e A.P. (nato a Coccaglio nel 1969 e residente a Cortefranca).
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