Una vera e propria ondata di protesta pacifica si è rovesciata oggi in sei città italiane per chiedere l’intervento del governo per una migliore qualità dell’aria al fine di tutelare lo sviluppo e la salute dei bambini.
Anche a Brescia (le altre città coinvolte sono Roma, Milano, Bologna, Napoli, Torino) è così arrivato il flash mob di protesta, coordinato dal comitato Cittadini per l’aria con le associazioni ed istituzioni che in tutta Italia in questi anni hanno monitorato la presenza di biossido di azoto (NO2) di fronte alle scuole delle loro città.
Piccoli e adulti, insieme al gruppo Basta Veleni e in collaborazione con il Comitato genitori della scuola primaria Calini, hanno invaso la scalinata di via della Consolazione che da piazzetta Tito Speri sale verso il Castello di Brescia. Su ogni scalino sono stati posti cartelli colorati che illustrano le concentrazioni di biossido di azoto registrate davanti alle scuole bresciane. In tutte le città monitorate, le concentrazioni di NO2 misurate durante le campagne di scienza partecipata (“No2 No Grazie”, “Che aria tira?”, “Quanto pesa l’aria a scuola?”) sono risultate, nella stragrande maggioranza dei casi, fuorilegge rispetto al limite previsto dalle norme vigenti (D.lgs. 155/2010) e inoltre, sempre molto al di sopra del limite indicato dai ricercatori dell’OMS a tutela della salute umana.
«I primi a subire gli effetti della cattiva qualità dell’aria – si legge in una nota stampa di Cittadini per l’aria – sono i bambini e le bambine a carico dei quali si determina la riduzione dello sviluppo e della funzione polmonare, l’incremento di asma, infezioni delle vie respiratorie anche nei più piccoli (bronchioliti), disturbi dello sviluppo del sistema neuro comportamentale (disturbi dell’attenzione, riduzione del QI) e allergie, fino ad arrivare ai tumori infantili. Patologie la cui insorgenza, come dimostrano molti studi, sono spesso associate anche all’esposizione della madre agli inquinanti durante la gravidanza. I danni dell’inquinamento dell’aria sui bambini rappresentano un’ipoteca sul loro futuro. L’esposizione all’inquinamento atmosferico in età infantile, non solo determina effetti misurabili nel bambino, ma si proietta negli anni successivi rendendo l’individuo più vulnerabile durante tutto il corso della vita.»
L’iniziativa è stata realizzata in coordinamento anche con Federasma e Allergie che oggi, 29 maggio, celebra l’annuale “Giornata del respiro” che vuole ricordare come la prevenzione debba essere considerata parte integrante delle cure.
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