“No all’abolizione della caccia, piuttosto si modifichi e aggiorni la legge quadro 157 del 1992 per renderla aderente alla realtà attuale”: a dichiararlo, in una nota, è Adriano Paroli, senatore di Forza Italia ed ex sindaco di Brescia, che ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Agricoltura Patuanelli.
L’interrogazione presentata da Paroli (cofirmatari la capogruppo Bernini e i colleghi Mallegni e Perosino) fa seguito ad una raccolta firme avviata per richiedere un referendum abrogativo della legge 157, riguardante la tutela della fauna selvatica omeoterma e il prelievo venatorio.
“L’iniziativa referendaria – sottolinea Paroli – ha probabilmente come unico fine quello di abolire la caccia intervenendo però con superficialità con la cancellazione di tutta la normativa a tutela degli animali selvatici. La conseguenza sarebbe quasi certamente la successiva approvazione da parte delle regioni di leggi diverse sulla caccia che determinerebbero una situazione insostenibile esponendo l’Italia a severe sanzioni Ue, in quanto verrebbe annullata una legge che recepisce le direttive comunitarie. Non va dimenticato che attorno al settore della caccia si contano circa 43mila occupati, con l’indotto si arriva a 93mila lavoratori, per un impatto di 7,9 miliardi di euro.”
“Allo stesso modo non va sottaciuto che la caccia è sin dalla preistoria un’attività ludica utile anche come controllo del territorio. Pertanto – conclude il senatore – ho chiesto al ministro Patuanelli quale sia il suo orientamento sulla materia e se intenda valutare la possibilità di aggiornare la legge 157 salvaguardando un settore che ha un impatto economico notevole”.
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