L’emergenza sanitaria innescata dalla diffusione del Sars-Cov-2 ha provocato una pesante crisi economica che sta investendo molti settori. Il comparto turistico e il mondo della cultura e dell’intrattenimento stanno pagando a caro prezzo le conseguenze delle misure restrittive imposte da Governo e Regioni nel tentativo di contenere la pandemia. Di questo mondo fanno parte anche le discoteche, additate l’estate scorsa come ambienti ideali per la proliferazione di contagi ma tra le attività commerciali che oggi sono costrette a fare i conti con un futuro molto più che incerto.
«Non sappiamo se e quando riapriremo» commenta, intervistato da BsNews, Antonio Gregori, amministratore delegato e titolare con alcuni soci del Circus e del Molo, le due discoteche – una invernale, l’altra estiva – che ogni weekend (fino all’anno scorso) facevano ballare e divertirsi centinaia di ragazzi bresciani e non. «Tutto il settore dell’intrattenimento – esclusi i servizi di ristorazione – è stato abbandonato» sottolinea Gregori, chiarendo di aver potuto appurare di persona come l’erogazione dei ristori possa seguire strade diverse. «Per quanto riguarda il Circus non abbiamo avuto difficoltà a ricevere un contributo statale perché il periodo di riferimento prendeva in considerazione aprile 2019 e aprile 2020, quando il locale era chiuso e abbiamo fatturato zero. Quanto ricevuto ci permetterà di pagare un anno di affitto e la consulenza di un commercialista. Anche i dipendenti, assunti regolarmente (in totale sono circa una sessantina), hanno ricevuto la cassa integrazione».
Storia del tutto diversa per il Molo, la discoteca estiva che sorge in via Sorbanella, dietro la Multisala Oz, e che molti ricordano come sede della storica “Cantinaccia”.
In questo caso il locale – che ha aperto per un solo mese, dal 16 luglio 2020 al 16 agosto 2020, come da ordinanza regionale che dava l’ok alle riaperture da venerdì 10 luglio 2020 – non ha ricevuto alcun contributo. Non solo, i titolari hanno anche dovuto sborsare del denaro per rispettare, e far rispettare ai clienti, le normative anti-Covid. Sono quindi stati acquistati dispositivi di protezione individuale per il personale, colonnine di gel lavamani, cartellonistica utile all’ingresso e uscita del locale; è stato impiegato più personale di sicurezza per garantire adeguate distanze in pista e nella via d’accesso, sono stati presi accordi con il comune, si è provveduto a tutelare la salute (e la sicurezza) di tutti. «Abbiamo volutamente aperto qualche giorno dopo la data delle autorizzazioni, perché sono andato personalmente a vedere come altre discoteche gestivano le serate, così da poter fare tutto al meglio, secondo le regole» racconta Gregori, che confida di aver ricevuto un controllo disposto dalla questura di Brescia nel secondo venerdì di apertura del locale e che nulla è risultato fuori norma. Insomma, tanta fatica per poi chiudere di nuovo.
Ora che s’inizia a progettare le attività per la bella stagione, il timore è che non si possa comunque aprire. «Speriamo che portando avanti il piano vaccinale si possa stare più tranquilli e quindi che possiamo tornare a riaprire con maggiori sicurezze, ma non vi è ancora alcuna certezza. Ci preoccupa poi il fatto che in questo tempo in cui le discoteche sono state chiuse i ragazzi si siano disabituati a questo tipo di divertimento, che abbiano modificato le loro abitudini» conclude Gregori, che però si sente confortato dall’avere in gestione le uniche due discoteche che alternandosi d’estate e d’inverno rappresentano ancora, dopo anni, l’unico vero punto di riferimento per l’intrattenimento notturno a Brescia.
f.p.
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