Nel Bresciano, come noto, si registra un numero di contagi molto superiore a quello di altre province lombarde, in rapporto al numero degli abitanti. Parte della spiegazione va certamente trovata nel numero di tamponi effettuati da Ats Brescia, più elevato che altrove. Ma i dati potrebbero avere una causa anche nella costante crescita della cosiddetta variante Inglese del Coronavirus. Più aggressiva, più veloce a diffondersi e destinata forse a diventare quella prevalente nel mondo.
Secondo i dati diffusi nelle scorse ore dalla Regione, il 30 per cento dei tamponi positivi della Lombardia risponde a questa variante (in Italia il dato è del 20 per cento). Ma Letizia Moratti, nello stesso comunicato, sottolinea che la quota “potrebbe arrivare nelle prossime settimane al 60/80%, esattamente come sta accadendo in altri Paesi”.
In provincia di Brescia la variante Inglese avrebbe già superato quota 50 per cento del totale dei tamponi positivi. Lo confermano i dati Zooprofilattico, secondo cui l’Inglese sarebbe di gran lunga ma mutazione dominante, ma sarebbe anche già stato riscontrato anche un caso di variante Sudafricana.
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