L’immagine – che sarebbe stata scattata lo scorso fine settimana – ha fatto il giro del web, non senza polemiche, e ritrae una quarantina di persone in coda in attesa di entrare nel nuovo Mc Donald’s di piazza Vittoria, a Brescia. In molti l’hanno condivisa e commentata su profili e gruppi, evidenziando come la distanza di un metro tra le persone non sembrerebbe rispettata (anche se è difficile calcolare le distanze in una foto in prospettiva e comunque andrebbe approfondita la presenza di eventuali congiunti).
Tra coloro che hanno manifestato preoccupazione per le conseguenze di comportamenti indivuduali e collettivi a rischio, però, c’è anche lo chef più noto della provincia di Brescia, Philippe Lèveillè, che gestisce il Miramonti l’altro di Concesio. “Complimenti – ha scritto il cuoco di origine francese su Facebook il 7 febbraio, rilanciando la foto che riportiamo – continuamo così e noi ristoratori chiudiamo la settimana prossima. Noi, Miramonti l’altro, 40 coperti solo su prenotazione, come i miei colleghi bresciani serissimi. IL BUON SENSO”.
Code e assembramenti, va precisato, si sono registrati in tutta Italia. E in molti i casi (compreso questo) le responsabilità sono da attribuire eventualmente all’atteggiamento imprudente dei singoli e non a quello delle attività economiche (che non possono ovviamente sostituirsi a chi è chiamato a garantire il rispetto delle norme). Ma, a prescindere dal caso di specie, rimane difficile comprendere perché i ristoranti – tra le attività più provate a causa della pandemia – non possano riaprire anche la sera. Ovviamente nel rispetto delle distanze e dell’obbligo di mascherina.
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