Sanità, è tempo di ragionare su una regia nazionale condivisa | di Gian Antonio Girelli
di Gianni Girelli | In attesa che i vaccini antiCovid ci garantiscano una sorta di immunità generalizzata, è bene iniziare a pensare a come riprendere le nostre vite e rilanciare il Paese. Provare a immaginare un futuro oggi significa investire in salute e puntare sui giovani. Per farlo serve agire con coraggio e lungimiranza, innanzitutto cominciando col risolvere i veri problemi strutturali messi a nudo dalla pandemia. A partire dai dossier sanità, scuola e trasporti. Perché sono proprio questi i tre ambiti strategici che più pesantemente, e colpevolmente, hanno pagato lo scotto di anni di scelte miopi. Perché è del tutto evidente che troppi tagli e disinvestimenti sono stati un clamoroso errore.
L’emergenza sanitaria impone un cambio di rotta importante, anche ideologico. Vogliamo riconoscere che aver investito sulla fase acuta delle malattie, specie in Lombardia, ci ha portato ad una offerta sovradimensionata rispetto alle necessità? Vogliamo reinvestire sulla presa in carico della cronicità e delle fragilità, che sono la stragrande maggioranza dei bisogni sanitari? Vogliamo sviluppare una presa in carico delle persone, dalla nascita agli ultimi momenti dell’esistenza? Vogliamo invertire le parti e focalizzarci prima sulla prevenzione e poi sulla cura? Educazione e diagnosi precoci devono diventare gli obiettivi da affiancare ad alta specializzazione, ricerca e centri di massima eccellenza. Perché i nemici da sconfiggere sono la solitudine, lo smarrimento, l’incertezza, la mancanza di risposte in cui le persone si sono trovate nel momento della difficoltà.
Analogamente alla sanità, anche per la scuola serve un drastico cambio di paradigma. Qualche giorno fa ho letto, in un manifesto di alcuni studenti che chiedevano di tornare in classe, lo slogan “la scuola è vita”. E’così, e anche di più, perché la scuola è futuro. Aver disinvestito nella formazione, aver lasciato cadere a pezzi gli istituti, non aver provato a parametrarsi con quanto avviene all’estero sono state scelte scellerate. Permettere che i nostri ragazzi non studino o se ne vadano dall’Italia significa uccidere il Paese. Imponiamoci riflessioni serie e costruttive: creiamo le condizioni perché i giovani investano sempre più tempo ed energie nell’istruzione.
Il terzo anello debole emerso in questa pandemia sono i trasporti. Tagli su tagli nel corso degli anni hanno prodotto, come unico risultato, il caos nel gestire una emergenza di vasta portata come quella causata dal Covid. L’inadeguatezza dei mezzi pubblici e l’impossibilita di rimodulare i flussi sono infatti il frutto delle politiche inadeguate del passato.
Per questo serve un cambio di paradigma in termini di indirizzo delle risorse e serietà nell’utilizzarle. Una svolta da parte di tutta la politica. Per quanto riguarda il mio partito, il PD, mi aspetto una posizione forte e chiara, stigmatizzando la necessità di una maggiore chiarezza nelle decisioni da prendere e nell’utilizzo dei finanziamenti che verranno messi a disposizione, ma rigettando ogni tentativo di speculazione politica di interesse di parte, come purtroppo alcuni stanno provando a fare.
In sanità, ad esempio, pur difendendo l’idea di una gestione regionale, credo la materia vada ricondotta ad una regia nazionale condivisa, dove concetti come rapporto pubblico/privato e medicina territoriale non possano essere lasciati completamente disattesi e inapplicati. Così come l’utilizzo delle risorse straordinarie messe in campo non possono essere, se non per l’emergenza immediata, indirizzate verso una lettura condizionata dal momento che stiamo vivendo. Servono uno sguardo lungo, un rinnovato patto con i cittadini, l’autorevolezza di chi sa ascoltare e parlare con i cittadini, proponendo soluzioni. Un partito che fa chiarezza sui dossier, sia quando si trova in posizioni di governo, sia quando è minoranza, come in Lombardia. Perché anche qui, dove da decenni il governo spetta al centrodestra, il livello del confronto va alzato nel merito, non sul racconto di una realtà inesistente. Su questo ci dobbiamo misurare con la neo assessora Moratti alla quale va promessa lealtà e fermezza.
* Presidente Commissione regionale d’Inchiesta Covid-19
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