Anche in provincia di Brescia sono diversi i Comuni che si sono candidati all’apertura di un nuovo forno crematorio aderendo alla manifestazione d’interesse di Regione Lombardia, che dovrebbe esprimersi entro metà aprile.
Nella leonessa hanno fatto domanda Chiari, Verolanuova, Alfianello e Palazzolo, dove – secondo quanto riporta l’edizione odierna di Bresciaoggi – una società privata ha presentato un progetto da quasi 3 milioni di euro che frutterebbe al Comune un canone minimo di 100mila euro all’anno (il 5% del fatturato) per trent’anni. A questi si somma poi, come noto, Quinzano d’Oglio. Qui il progetto del tempio crematorio – il primo ad essere avviato nel Bresciano – è in stand by fino al mese di aprile, quando sulla questione dovrebbe esprimersi il Tar, dopo mesi di polemiche e raccolte firme del fronte del no (agricoltori, cittadini e personaggi noti come Omar Pedrini).
Attualmente in Regione ci sono 11 templi crematori, con una capacità di circa 35mila prestazioni all’anno. A confermare la necessità di aprire nuovi templi crematori sono i numeri in costante crescita delle cremazioni, che nel 2019 erano il 42% e quest’anno potrebbero arrivare al 50%.
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