Rovato, consiglio comunale convocato a Santo Stefano e senza maggioranza: è polemica
Da qualunque lato la si guardi non è stata una bella giornata per le istituzioni e il confronto democratico. E Rovato ne sta ancora discutendo animatamente. E’ polemica, infatti, per il consiglio comunale straordinario convocato su richiesta dell’opposizione, che si è tenuto nella giornata di Santo Stefano su decisione della presidente del consiglio comunale Roberta Martinelli.
A sollecitare la seduta erano state le minoranze che al recente voto avevano sostenuto la candidata del centrosinistra (i consiglieri Valentina Remonato, Elena Zoppi, Stefano Fogliata e Luciana Buffoli), che avevano chiesto di poter discutere di quattro ordini del giorno: il no all’escavazione di 1,7 milioni di metri alla Cava Bonfadina, l’istituzione di uno sportello anti-violenza, la discussa Concert Hall di Erbusco e le sorti dell’edificio in cui era ospitato il ristorante Pepe Nero. Ma la presidente del Consiglio ha dichiarato innammissibili i due ultimi punti, accendendo le prime polemiche.
Al dunque, poi, la maggioranza non si è presentata. Saltata la prima convocazione (con i consiglieri che hanno lamentato anche di essere stati “costretti” ad aspettare per un’ora fuori dal Palazzo Comunale), il consiglio si è tenuto alle 20 (in seconda convocazione era sufficiente un terzo dei consiglieri), alla presenza anche dei due rappresentanti di Rovato W (Renato Bonassi e Andrea Giliberto).
La maggioranza ha motivato la decisione di non partecipare con una nota dei capigruppo, mai ricevuta dal nostro giornale, ma riportata da diversi siti. Nella sostanza i rappresentanti del centrodestra sostengono che non ci fosse alcuna urgenza e che i temi si sarebbero potuti affrontare nella prima seduta utile, spiegando che “la nostra assenza evidenzia l’interesse per la comunità, facendo risparmiare il gettone di presenza per una convocazione straordinaria che poteva essere evitata”.
Obiezioni a cui le minoranze hanno replicato sottolineando l’urgenza di alcuni temi (“In particolare, la mozione sul Piano Cave doveva necessariamente essere discussa prima dell’8 gennaio per poter portare le osservazioni del Comune di Rovato sui tavoli tecnici”, spiega una nota) e ricordando che la data è stata decisa in autonomia dalla presidente del Consiglio, che aveva 20 giorni di tempo dal 13 dicembre per fissare la seduta.
“Evidentemente i diritti delle donne e l’ambiente non sono tematiche importanti per l’attuale maggioranza – chiarisce la nota dei quattor consiglieri che sostenevano Valentina Remonato – Questo è forse il modo che piace a chi amministra, oggi, Rovato. Ma è una modalità che non piace a noi”. Mentre per quanto riguarda la questione dei gettoni di presenza la minoranza ricorda che “il risparmio per le assenze ingiustificate dei 10 consiglieri ammonta a circa 200 euro: una somma che ragionevolmente il Comune ha dovuto spendere per gli straordinari dovuti ai dipendenti comunali convocati dalla presidentessa Martinelli in giorno di festa”.
Le mozioni, ovviamente, sono state approvate. Ma la polemica rimane aperta. L’unica nota positiva – fuor di dubbio – è il fatto che alla diretta del consiglio comunale, come dimostrano i dati di YouTube, hanno assistito oltre 700 persone.
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