🔻 Natale… senza natività🔺DAL GRUPPO G9
di Federica Biglino – Nel Natale del nostro scontento, fatto di assenza di mercatini, di canzoncine gospel per le strade, di trenini di Natale sfreccianti per il centro storico, un’ulteriore mancanza si è fatta sentire anche per il comparto delle guide turistiche già così duramente provate dalla totale mancanza di viaggi organizzati nel 2020.
Ogni anno, infatti, le varie associazioni di guide turistiche della città, tra le quali quella che mi onoro di presiedere, Bresciaguide, puntualmente organizzano tour guidati nelle principali chiese del centro storico che custodiscono immagini significative e pregevoli della Natività e dell’Adorazione dei Magi.
L’iniziativa ha sempre riscosso molto successo, era davvero un piacere avvicinarsi all’arte e alla liturgia del Natale nelle vie brulicanti di persone indaffarate agli ultimi acquisti, e magari completare il giro artistico con un allegro vin brulè o una cioccolata alla casetta degli Alpini… Nell’indimenticabile Natale 2020 dovremo effettuare un tour virtuale, augurandoci ovviamente che gli anni futuri potranno vedere ancora l’atmosfera vivida e suggestiva che le Chiese emanano in questo periodo dell’anno attraverso l’immagine della promessa di redenzione portata dal Bambino.
Facciamo quindi finta di trovarci, che so, alle 15,00 del sabato precedente Natale in piazza Loggia. Siamo un gruppetto di circa 15 persone. Mi presento e presento il nostro giro. Durerà 2 ore circa e si visiterà la Chiesa di San Faustino, San Giovanni e Santa Maria dei Miracoli. Ci incamminiamo lungo la sinuosa via San Faustino. Sapevate che la forma a curve è data dalla presenza di un fiume che scorreva qui nel 1300?
Arriviamo nella Chiesa. Secondo altare a destra. Ecco la splendida Natività di Lattanzio Gambara, lodata e ammirata dal Vasari.
Il genero di Romanino l’ha dipinta nel 1561 ed è evidente nella struttura spaziale e l’uso sapiente dei colori l’influsso di Giulio Romano. Al centro la monumentale e materna immagine della Madonna, l’abito rosso sfavillante e lo sguardo dolce. Un vero pezzo di bravura è il Bambino in ardito scorcio prospettico che sembra quasi voler uscire dal quadro e venirci in braccio. La balia ci guarda assorta e prepara le bende. Sullo sfondo il gregge dei pastori e una fiabesca città cinta da mura (Brescia?) avvolta da una morbida luce aurorale.
Usciti dalla chiesa ci incamminiamo per i tortuosi e sempre pittoreschi vicoli del quartiere del Carmine per arrivare alla Chiesa di San Giovanni Evangelista. La chiesa sorge in un antichissimo sito già noto in epoca altomedievale come “concilia sanctorum”, luogo di culto che conservava importanti reliquie provenienti dalla Terra santa.
All’interno guarderemo solo di sfuggita la “Cappella Sistina di Brescia”, la Cappella del Santissimo Sacramento che vide in gagliarda competizione di bravura Moretto e Romanino. E’ un’altra la perla che vogliamo vedere in questa occasione. La cappella di Santa Maria, a sinistra del presbiterio. Nel 1956 sono venuti alla luce un grandioso ciclo di affreschi attribuiti a Paolo da Caylina il Giovane, nipote del Foppa. Sono delicate immagini dal bel modellato e dai colori ancora vivaci che rappresentano episodi della vita di Maria tra cui una bella Natività, dalla grande morbidezza nel modellato e nella modulazione dei colori. La piccola cappella, raccolta e suggestiva, ci trasmette ancora l’atmosfera di sentita devozione della gente del Carmine.
Usciamo dalla Chiesa e ci avviamo verso corsetto Sant’ Agata. In corso Martiri della Libertà ci attende l’ultima tappa del nostro giro. La chiesa di Santa Maria dei Miracoli fu eretta nel 1488. Inizialmente era una piccola cappella che doveva custodire e offrire alla devozione della popolazione un’immagine dipinta della Vergine ritenuta miracolosa. Ma le richieste degli abitanti e le cospicue donazioni permisero la realizzazione della chiesa, un vero gioiello rinascimentale impreziosito da ricche decorazioni completate in epoca barocca. All’esterno si vedono ancora i danni recati alla decorazione scultorea dovuti ai bombardamenti del 1945.
Entriamo in questo magnifico esempio di armonia e raffinata disposizione degli spazi. Ci dirigiamo nell’abside che custodisce quattro splendide tele. Sono le opere di maggior pregio artistico presenti nella chiesa e a detta di molti anche le opere migliori di alcuni di questi autori.
Sulla parete destra l’Assunzione della Vergine di Pietro Marone e la Purificazione di Maria Vergine di GrazioCossali. L’Assunzione di Marone risente sicuramente dell’influsso di Moretto. La disposizione spaziale delle figure degli apostoli, possenti e plastiche, è perfettamente distribuita e in perfetto dialogo con la parte superiore del dipinto. La luce divina proveniente dall’alto avvolge in atmosfera al tempo stesso soffusa e potente tutta la composizione. Accanto un’immagine diciamo più intima. Ambientata proprio all’interno del santuario, la Presentazione del Cossali vede una variopinta folla che si assiepa intorno alla figura del sacerdote e della piccola Maria. Un bimbo ai piedi dell’altare, in ardito scorcio, indica un preannuncio della futura maternità. Vedete tra la folla l’immagine del pittor
Passiamo alla parete sinistra. Ecco l’Annunciazione di Pier Maria Bagnadore. Un monumentale arcangelo con calzari ai piedi irrompe trasportato da una nuvola nella stanza di Maria. Magnifico il dettaglio del pavimento a lastre marmoree. Il gesto di Maria, non spaventato ma consapevole e sicuro, ricorda l’Annunciazione di Leonardo. Nella parte superiore la gloria degli angeli musicanti non stravolge l’armonia compositiva dell’opera sapientemente modulata dall’autore. Ed ecco l’ultima e sicuramente più suggestiva rappresentazione della natività.La Natività di Maria di Tommaso Bona. Qui il mistero della nascita è sottolineato da particolari effetti luminosi molto soffusi provenienti da un braciere acceso e dalla luce delle candele. Un ‘opera intima e delicata dove si risentono gli echi delle notti del Savoldo. Facciamo una piccola indagine tra i presenti: quale opera vi emoziona e vi piace di più? Di solito è la natività del Bona che vince proprio per questa particolare atmosfera intima e domestica.
Ecco, il tour è terminato. Usciamo. Le strade illuminate e affollate ci riportano al presente. Niente ci è mancato più quest’anno che la routine delle cose quotidiane, che alla fine danno significato alla nostra vita. Davvero, pace e bene a tutti.
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ARTICOLO A CURA DEL GRUPPO G9
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