Pace fatta (o quasi) in Provincia sulla mozione di Giovanni Battista Sarnico, che chiedeva in estrema sintesi di localizzare i nuovi depuratori esclusivamente nelle zone di interesse degli stessi. Andando, di fatto, a vincolare i confini del nuovo maxi-depuratore del lago di Garda.
“E’ stato molto difficile trovare il punto di equilibrio”, ha sottolineato in apertura il presidente della Provincia Samuele Alghisi. Nel nuovo testo, frutto di lunga discussione, si prevede che il nuovo indirizzo sia vincolante anche per le opere in corso di progettazione, dando tempo ai progettisti di individuare entro sei mesi “nuovi scenari non meno efficaci rispetto al raggiungimento degli obiettivi” e concedendo la possibiltà di deroghe di carattere tecnico, ambientale ed econonico, ma “solo se sufficientemente motivate”.
Il dibattito è in corso (e dunque la votazione non c’è stata), ma l’accordo all’interno della maggioranza è stato trovato, come confermato dallo stesso Sarnico.
Sulla mozione è arrivato anche il via libera della Lega che, con Massimo Tacconi, era stato i più tra i più duri di fronte alle prese di posizione di Sarnico, di cui aveva chiesto anche le dimissioni da presidente della commissione Ciclo-idrico. Tacconi ha parlato oggi di “risultato soddisfacente”.
A manifestare dubbi, invece, il vicepresidente Guido Galperti, che ha chiesto un rinvio per esaminare la mozione, sollevando dubbi tecnici sull’ammissibilità e paventando il rischio di ricorsi legali che potrebbero stoppare l’opera. Nella minoranza anche il forzista Gianluigi Raineri ha parlato di “mozione inutile e pericolosa, fatta ad hoc per il progetto del Garda”. Alghisi, dal canto suo, non ha escluso l’ipotesi di ricorsi al Tar da parte di soggetti coinvolti, ma ha sottolineato che si tratta di una delibera generica di indirizzo, che non riguarda nello specifico il progetto del Garda.
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