di Sara Ferrari – Tutti sappiamo che due sono le modalità legali per diventare proprietari di animali: adottarli (da associazioni o privati) e acquistarli. In questa rubrica in genere ci occupiamo di dare spazio e informazioni relativamente ad animali in stato di abbandono, alle associazioni e a come aiutarli attraverso le iniziative sul territorio. Seppur possiamo parteggiare per le adozioni, perché rappresentano il modo più etico in assoluto per avere un animale, è importante non criminalizzare chi decide con consapevolezza di acquistarlo perché è un dato di fatto che l’acquisto è un’alternativa reale e spesso scelta. Dalle statistiche l’avvicinarsi di eventi come Natale, Pasqua o compleanni scatenano la ricerca del compagno peloso ed è per questo importante ripassare alcune “lezioni” in merito, soprattutto ora che le feste sono alle porte e ci ritroviamo a rivivere un ennesimo lockdown magari con più solitudine. E’ sempre bene conoscere quali siano le caratteristiche che distinguono un allevamento serio da un allevamento poco affidabile.
In Italia è legale vendere animali di razza, nessuna legge lo vieta. Sono ugualmente legali sia gli allevamenti professionali sia quelli amatoriali. E’ possibile altresì vendere un cane o un gatto senza pedigree, basta non definirli di razza poiché si è responsabili di un illecito.
Il principio fondamentale che deve essere presente nell’allevamento è la detenzione degli animali in condizioni compatibili con le loro caratteristiche etologiche.
In Italia coloro che esercitano attività di allevamento e addestramento sono tenuti a rispettare le disposizioni emanate dalle regioni. L’allevamento di animali, siano essi volatili, cani, gatti, conigli ed altri, effettuato a qualsiasi scopo, deve rispettare le direttive e le specifiche norme igienico-sanitarie nonché quanto definito nel D.Lgs. n. 146/2001 in materia di protezione degli animali negli allevamenti, e deve essere sempre comunicato all’Area dipartimentale di sanità pubblica veterinaria dell’ASL competente. Nelle attività legate alla selezione delle razze canine l’allevatore deve attenersi anche a ciò che viene stabilito dall’Ente nazionale della cinofilia (E.N.C.I.), sempre secondo le direttive dell’Unione Europea.
Partiamo dal presupposto che non è facile riconoscere un allevamento perbene. Un buon inizio è tener conto del numero di razze allevate, conviene infatti diffidare da allevamenti che garantiscono cuccioli di molte razze, 10/20 o più, in qualsiasi momento dell’anno o con la minima attesa. In genere ci si specializza su 1 o massimo 2 razze. Purtroppo diversi allevatori non brillano per trasparenza, per etica e né per correttezza, ma ci sono delle regole che chi vende deve rispettare per cui proviamo a capire da parte del futuro acquirente le domande da fare e le informazioni che si possono raccogliere semplicemente leggendo i documenti dei genitori dei cuccioli, osservando l’ambiente e l’allevatore stesso per avere un’idea chiara della sua serietà o meno.
Ogni allevatore affidabile darà in visione tutti i documenti ad ogni visitatore, sarà ben disponibile e preparato a tutte le domande. Una persona che alleva con coscienza tramite questi colloqui deve anche accertarsi che gli individui che gli stanno davanti siano le persone adeguate a prendersi cura del cucciolo per tutta la sua vita. Un allevatore serio ha il dovere di dire anche “NO, NIENTE CUCCIOLO” se le persone che gli si presentano non sembrano adatte.
Dal pedigree ad esempio si conosce l’età della madre e del padre. Età per cui è stabilita, per le varie specie, una soglia minima ed una massima per la procreazione. Soglie che servono per tutelare l’animale da problemi di salute legati alla fecondazione, al parto o allo svezzamento. Per questo è bene chiedere informazioni anche al veterinario, a seconda del genere che si vuole acquistare, per essere così certi di saper valutare i documenti dell’allevatore e comprendere se il benessere degli animali è sempre stato messo al primo posto. Partiamo dal presupposto che non è etico, né morale, né concepibile far partorire una femmina troppo frequentemente perché il parto è per loro un periodo impegnativo a livello fisico ed il conseguente allattamento e slattamento è certamente una fatica grande.
Pensando alla parte prettamente economica innanzitutto gli allevatori dovranno sempre rilasciare lo scontrino fiscale relativo all’acquisto del cucciolo, i contratti di acquisto non devono contenere clausole quali l’obbligo di far visitare il cane o il gatto, il pappagallo (etc.) da un veterinario di fiducia dell’allevatore o contenere garanzie dalla durata irrisoria. Infine è sconsigliato a priori l’acquisto di un cucciolo presso un negozio di animali, in questi luoghi sono tenuti senza genitori, in gabbie o scomparti troppo piccoli e senza accesso all’esterno, spesso in condizioni igienico sanitarie non idonee.
Queste righe servono per far ricordare che le persone poco serie o di malafede ci sono anche tra gli allevatori ed è per questo che se si sceglie di acquistare e non adottare è salutare per tutti, acquirente ed animale, sapere quali sono gli aspetti salutari e commerciali che devono essere presenti.
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