È polemica per la mozione votata mercoledì sera dalla maggioranza durante il consiglio comunale a Iseo, trasmessa in diretta sul canale YouTube dell’amministrazione (qui il link per rivederlo). Un caso che nelle scorse ore è salito anche alla ribalta della cronaca nazionale (qui l’articolo de La Stampa).
La mozione – presentata dall’assessore al Bilancio Giovanna Prati – prevede sostanzialmente due cose: lo stanziamento di una cifra mensile – non ancora quantificata – per le donne che vorrebbero abortire, ma decidono di non farlo (un “sussidio alla maternità che fornisca alla donna intenzionata ad abortire anche a causa di necessità economiche, la possibilità di avvalersi, dopo l’avvenuto rilascio del documento attestante lo stato di gravidanza e la richiesta di Ivg, di un intervento economico straordinario subordinato alla disponibilità della donna ad aderire a un progetto sociale individualizzato”) e la definizione nel Bilancio di “un finanziamento adeguato nei confronti di associazioni e progetti operanti sul territorio che abbiano istituito progetti di aiuto alla vita nascente, quali ai Centri di Aiuto alla Vita (Cav) e i Movimenti per la Vita (Mpv)”. Ma non solo: nella stessa mozione infatti la maggioranza si impegna a “istituire le Festa della Famiglia e la Festa della Vita”.
Compatta in favore la maggioranza di centrodestra (il sindaco Marco Ghitti, medico, ha sottolineato che il diritto di scelta è una legge dello Stato e va rispettata, ma ha anche evidenziato anche che molte donne – soprattutto straniere fanno quella scelta soprattutto per questioni economiche), mentre le minoranze sono uscite dall’aula per protesta (dopo aver ribadito il no a sostegno di forme di sostegno alla vita “politicamente connotate”). Ma fa riflettere – comunque la si pensi nel merito – che la polemica abbia trovato spazio proprio a Iseo. Comune, il cui l’ospedale – che fa parte dell’azienda Mellino Mellini di Chiari – ha recentemente ha perso il punto nascite per gli scarsi numeri annuali e che in precedenza era stato oggetto di polemiche per il caso dell’impossibilità di praticare aborti per il fatto che quasi tutti i medici in servizio erano obiettori di coscienza.
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