Si aprirà il 27 novembre il processo d’appello a Fabrizio Pasini, l’ex sindacalista della Uil condannato a 16 anni di carcere (con rito abbreviato) per aver ucciso la collega Manuela Bailo e averne poi nascosto il corpo in una cascina della provincia di Cremona.
Secondo i giudici, Pasini avrebbe stordito prima la 35enne, con cui aveva una relazione clandestina, e poi l’avrebbe sgozzata con un coltello. Un gesto non premeditato, secondo i giudici, ma frutto comunque di lucida risoluzione. Era il 28 luglio del 2018. E l’assassino – come se nulla fosse successo – partì poche ore dopo per le vacanze in Sardegna insieme alla famiglia.
L’uomo – lo ricordiamo – ha sempre sostenuto di aver spinto Manuela dalle scale al culmine di una lite, negando di averle mai tagliato la gola. I giudici non gli hanno creduto, ma i suoi legali – secondo quanto riporta Bresciaoggi – chiederanno ora di ridurre la pena, derubricando l’omicidio a preterintenzionale. L’accusa, invece, è pronta a chiedere di aumentarla con l’aggravante della premeditazione.
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