Nel mirino di un servizio straordinario di controllo disposto dal Questore della Provincia di Brescia è finito un laboratorio tessile cinese di Brescia, dove gli agenti della Questura di Brescia hanno trovato sei operai impegnati nell’attività di cucitura, lavorazione e confezionamento di abbigliamento.
Il blitz è scattato nella mattinata di ieri, quando i poliziotti con personale dell’Ispettorato del Lavoro e dell’A.T.S. Brescia, hanno fatto irruzione nel laboratorio clandestino sito di via Voltolina. L’immobile era gestito da un 41enne cinese e – secondo quanto riferisce una nota della questura – era in possesso di alcuna autorizzazione amministrativa per esercitare l’attività tessile.
Al suo interno, gli agenti hanno sorpreso sei cittadini cinesi, in regola con il soggiorno sul territorio nazionale ma privi di contratto di lavoro. Tutti gli operai erano costretti a lavorare in condizioni precarie, sia in ambito igienico-sanitario sul versante dellla sicurezza, senza rispettare le prescrizioni-base in materia di contenimento del Coronavirus. Nella struttura, inoltre, sono state scoperte numerose stanze abusive, alcune prive di finestre, nonchè una zona dedicata alla preparazione di pasti e un servizio igienico in precario stato di manutenzione e pulizia.
Pertanto, si legge sempre nel comunicato, “la Divisione Polizia Amministrativa ha proceduto a redigere il verbale di contestazione amministrativa per la violazione delle norme in atto per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19 a carico del responsabile, oltre ad applicare contestualmente la chiusura dell’attività per cinque giorni, in attesa dell’applicazione della sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’attività da parte del Prefetto. Inoltre, personale dell’Ispettorato del lavoro – ai sensi dell’art.4 D.lvo 81/2008 – ha sospeso l’attività in questione per la presenza di sei dipendenti privi di regolare contratto di lavoro, mentre personale dell’Ufficio Immigrazione valuterà tutte le posizioni amministrative dei lavoratori trovati all’interno del laboratorio”.
“Si tratta di attività delittuose che pregiudicano la salute e il lavoro quali diritti costituzionalmente garantiti e pertanto devono essere colpite con assoluto rigore – spiega in una nota il questore Leopoldo Laricchia – vieppiù nell’attuale emergenza epidemiologica di rilevanza internazionale che ha richiesto l’adozione di misure eccezionali di contenimento del contagio sia in riferimento alla circolazione delle persone che all’esercizio delle attività commerciali e aziendali ” .
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