di Elio Marniga – Una recente lettera pubblica di Flavio Pasotti, che è più di presidente di Metro Brescia, invita la città a cogliere la maledetta opportunità che le dà il corona virus, per “produrre” e non solo “esporre”, come fatto finora, (non sempre in modo soddisfacente, aggiungo io), “arte” e così riuscire a liberarsi della gran colata di dolori, ansie, paure, emozioni, solitudini che Covit 19 le ha profuso addosso.
Confesso che poco mi intendo di arte e per nulla di quella contemporanea, ma credo pure io che essa sia lo strumento più idoneo per svelare il tempo e i sogni che questo tempo richiede. E’ sempre stato così: essa dice il mondo; e anche lo predice quando arriva l’Artista. Ben venga pertanto l’arte a chetare timori e risvegliare speranze ma, e qui dissento un poco da Pasotti, non sia il Pubblico a farsi committente ma siano coloro che nelle segrete stanze, che di certo Pasotti frequenta più di me, hanno accatastato, fosse anche solo per speculazione finanziaria, tesori del passato anche recente ma che abbisognano di farsi compagni di nuove scoperte.
Ma vuole davvero Brescia darsi “visibilità internazionale” al di fuori dei settori economici nei quali opera, cheta ma con buon tornaconto, da sempre? Vuole davvero Brescia che si parli di lei non per un qualche evento acchiappa gente ma per aver attizzato discussioni, dibattiti, controversie? Perché è certo che non sono gli eventi temporanei, le “installazioni” da montare e smontare in giornata a segnare nel profondo una società e a portarla oltre i confini del tempo e dello spazio. Non bastano le luci in castello; né la stele nera di Paladino; neppure è bastato Christo, riesumato solo ora.
Eppure questo sarebbe il momento per la grande arte, sotto qualsiasi veste si riveli, perché essa nasce solo nei periodi barbarici, dove la passione e le furie si scatenano, dove si sogna. Chi ricorda periodo più disumano e crudele di questo e quindi più fertile per la grande arte?
Ma Brescia davvero vuole la grande arte, cioè quella che cambia il modo di vedere la vita? E’ forse cambiata la città capace di offrire e poi non dare il Grosso al grande teologo? Quella dove, se riconosci di non capire il filosofo Severino, gli amici ti tolgono il saluto e tacciono?
No, io non penso che Brescia cambierà. A Brescia non vedremo mai volare le procellarie amanti delle tempeste; vi sbocconcellano i piccioni sazi. Perché Brescia è una città per bene; perché il Bresciano è per bene; magari ancora scortese, così come l’aveva visto Giordano Bruno durante la sua sosta nel grande convento dei domenicani, quello che stava al posto delle banche, ma per bene. Siamo tutti per bene a Brescia.
🔴 CORONAVIRUS, LA MAPPA DEL CONTAGIO NEL BRESCIANO
🔴 CORONAVIRUS: IDENTIKIT DEI SOGGETTI A RISCHIO (FONTE ISS)
🔴🔴🔴 QUI TUTTE LE NOTIZIE PUBBLICATE DA BSNEWS.IT SUL CORONAVIRUS
Ancora una volta i motociclisti bresciani rispondono “presente” all’adunata di The Distinguished Gentleman’s Ride (DGR),…
"A Brescia proseguono le attività per il rilancio dello scalo, in attesa della conclusione dell’iter…
Il sindaco di Brescia Laura Castelletti attacca il governo (in particolare Nordio e Salvini) e…
La Protezione civile Regione Lombardia ha emesso un avviso di allerta arancione (che indica una…
Grande festa, sabato 1 giugno, a Rovato per l'istituzione ufficiale dell'Unità pastorale di Rovato. Tradotto…
E' guerra aperta tra associazioni dei familiari e Regione dopo il taglio dei contributi ai…