“Quer pasticciaccio brutto… dei click day”. Preso a prestito dal più famoso romanzo giallo di Carlo Emilio Gadda, si addice perfettamente al momento assurdo che stanno vivendo in queste settimane le pmi alle prese con provvedimenti da click day, cioè meccanismi di graduatorie per partecipazione di bandi e rimborsi. Come è accaduto nell’ultima occasione, per la distribuzione di 50 milioni di euro per l’acquisto di dispositivi protettivi e il bando “Impresa sicura” di Invitalia.
«Un meccanismo vergognoso che ha escluso i più piccoli. Modalità da “gratta e vinci”, anzi peggio. Sarebbe stato meglio quello. Nel tempo di un click il contatore si era spento. Nel primo secondo sono partite più di 8mila domande: come è possibile se sono vietati i modelli precompilati quali i “bot”, i software che sfruttano l’intelligenza artificiale e in maniera autonoma procedono ad compilare il sistema? Quello che è successo non stupisce, dopo il crash del sito dell’Inps dello scorso aprile, nel primo giorno per la richiesta del bonus da 600 euro per i lavoratori autonomi. Stavolta non c’è stato il collasso del cervellone elettronico, ma è andata persino peggio: ho ricevuto telefonate di imprenditori imbufaliti, che avevano speso ore di lavoro per compilare le domande, per poi venir scalzati perché il click di chi si è aggiudicato i fondi è arrivato dopo un secondo e si sentono presi in giro.
La burocrazia, anzi “burodemia” sta frenando la ripartenza: in 2 mesi, oltre 150 provvedimenti. Il 20% dei quali nazionali, l’80% dalle Regioni. Poca chiarezza e tanti ritardi, un problema non certo nuovo ma che, in questa fase di emergenza, rischia di rendere impossibile la ripartenza che sarà comunque lenta» così il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti che conclude «questi meccanismi innestano una totale sfiducia, tanto che alcune aziende preferiscono persino rinunciarvi, ma non è giusto. I sistemi automatici, che sono vietati, non sono certo alla portata dei piccoli imprenditori. Correggere questi meccanismi-beffa dai criteri assurdi e, perlomeno, chiediamo che siano rifinanziati questi incentivi per trattare tutte le imprese allo stesso modo e perché tutte le domande delle imprese che ne hanno diritto, possano venir liquidate». Una recente analisi di Confartigianato conferma come ancora troppo bassa sia l’interazione digitale tra cittadini e imprese con la pubblica amministrazione: in Italia la quota di cittadini che interagiscono con gli enti pubblici inviando moduli compilati on line è pari al 14,1%, più che dimezzata rispetto al 37,6% della media dei Paesi dell’Unione europea.
Bassa, infine, anche la qualità di governo – L’indice di efficacia della pubblica amministrazione nel nostro Paese è molto basso, conferma l’analisi di Confartigianato: siamo al 68,3% rispetto al 93,3% della Germania, dato che influisce direttamente sulla crescita del Pil, mentre nelle classifiche europee non solo l’Italia, ma anche Regione Lombardia è agli ultimi posti nella qualità di governo: il nostro Paese è quintultimo in Europa, mentre 13 regioni italiane, fra cui la Lombardia, figurano fra le peggio governate, sottolinea l’analisi di Confartigianato.
(se il video presenta interruzioni dovute all’aggiornamento della pagina potete guardarlo direttamente su YouTube a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=d_eudbUy1fU)
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